Parola greca che significa “ferita”, “lacerazione”. Per S. Freud (Teoria psicanalitica del trauma) il trauma si riferisce all’intensità di un evento a cui il soggetto non è in grado di rispondere in modo adeguato. L’effetto traumatico dipende dalla suscettibilità del soggetto, dalle condizioni psicologiche cui si trova al momento dell’evento, dalle situazioni di fatto che impediscono una reazione adeguata, e dal conflitto psichico che impedisce al soggetto di integrare l’esperienza che gli sopraggiunge dall’esterno. […] Con il trauma può insorgere una nevrosi traumatica che si evolve secondo due ipotetici percorsi: a) o attivando una struttura nevrotica preesistente; b) o determinando una fissazione del soggetto all’evento traumatico non abreagito, con successiva inibizione generalizzata dell’attività del soggetto. Alla base di questa fissazione per Freud concorrono due fattoti: una scossa dell’organismo e uno spavento psichico. […] Otto Fenichel distingue la nevrosi traumatica dalla nevrosi attuale per «le ripetizioni caratteristiche del trauma nei sogni e nei sintomi. Queste ripetizioni rappresentano tentativi di arrivare a un dominio ritardato e frazionato di quantità di eccitazione non dominate».
U. Galimberti, Nuovo Dizionario di Psicologia, Feltrinelli, 2018, p. 1285.