Il 18 giugno 2022, dopo due anni esatti dalla mia decisione di entrare nel sentiero della pratica buddhista, sono partito per Milano per trascorrere un sabato pomeriggio al Centro Mandala Studi Tibetani e conoscere per la prima volta il Ven. Lama Paljin Tulku Rinpoce. Ho viaggiato in treno, circa 3 ore e mezza per andare e altrettante per tornare, e non importa se lì, al Centro Mandala, sono rimasto solo per un paio d’ore: il viaggio è valso tutto, d’altronde per me è stato un po’ come andare in Tibet, per raggiungerlo bisogna pur viaggiare.
L’incontro con Lama Paljin è stato semplice, una chiacchierata assolutamente informale «Parlami di te, raccontami di te», mi ha chiesto, così gli ho raccontato… «C’è un seme che stando i suoi frutti» mi ha detto, poi mi ha offerto un cestino di frutta.
Lama Paljin mi ha parlato di semplicità, di serenità, di vederli come importanti traguardi da raggiungere nel condurre la propria vita, non sono ortodossi al Centro Mandala, ho respirato qui un’autentico “spirito francescano” diverso da altri luoghi, e forse è proprio per questo che sono andato.
Sono immensamente riconoscente della gratuità con la quale il centro diffonde il buddhismo e di come questo mi abbia permesso di conoscere altri maestri e altri centri, tutto è partito da lì, o meglio da qui; per questo ne sono divenuto socio.
Il colloquio con Lama Paljin si è concluso con il racconto di un aneddoto di vita del Lama, poi è cominciato l’insegnamento previsto per la giornata di formazione che aveva in oggetto il “bardo della realtà“.
Durante la lezione ho preso diversi appunti su concetti che ancora non posso comprendere a pieno, il lama ha parlato di argomenti quali, per esempio: il corpo illusorio, ovvero il corpo del desiderio che il “principio pensante” (la mente) cerca per ritornare nel samsara.
Lama Paljin di circa 80 anni, ha esposto il tema con una lucidità di un uomo di almeno 20 – 30 anni meno, una schiettezza fulminea e un’umiltà profonda nonostante tutti i titoli e le iniziazioni acquisite in circa “40 anni di questo mestiere”, come mi ha detto.
…l’aneddoto?
Lo stavo dimenticando:
«Ero in Tibet, una donna si avvicina a me
– Un monaco italiano?
– Si, sono di Milano
– Di Milano? Anche io sono di Milano – risponde la donna
– Si abbiamo un centro di buddhismo in via tal dei tali, zona fiera
…
– ah peccato…io abito dalla parte opposta. – conclude la donna».
Lama Paljin così mi ha restituito un omaggio per aver speso circa 7 ore del mio tempo per un incontro durato circa 15 minuti che per me è valso tutto.
Quando occorre è necessario pensare con il cuore e non con il cervello
Ho lasciato a Lama Paljin e a Lia, coordinatrice del centro, una copia di un mio libro di poesie. Lama Paljin sottolinea molto l’importanza della poesia quale espressione di un linguaggio più sentito e meno pensato, un linguaggio che più si accosta a quello della vita.
Grazie
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo