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La Differenza tra inconscio e coscienza
L’unità è definita come una differenza che emerge nel processo di realizzazione. In questo contesto, l’inconscio rappresenta il flusso continuo del procedere, mentre la coscienza costituisce la superficie dell’esperienza, il punto in cui si concretizza la piega di un corpo. Questo corpo, come la parola, scontorna il procedere, distillandolo dal flusso inconscio per renderlo percepibile. La concezione del corpo, secondo Merleau-Ponty, oscilla tra due polarità: una cosa massiccia e una cosa vuota. Questo dualismo si riflette anche nel contrasto tra sintetico e analitico, dove il sintetico è azione e l’analitico è passione, concependo il corpo come una sintesi passiva.
Il Corpo come Luogo di Pratiche
Giuseppe Paci interpreta il corpo come il luogo delle pratiche e delle operazioni, un luogo passivo che, però, non è concretamente sostanziale. L’esperienza umana si cristallizza in forme, oggetti e teorie, interrompendo il flusso vitale per trasformarlo in qualcosa di percepibile e tangibile. Tuttavia, questa cristallizzazione comporta anche una sorta di morte del processo vitale, che si arresta nella sua realizzazione.
Vita e Oggettivazione
L’esperienza è intesa come vita, la quale si cristallizza in figure, oggetti e saperi per potenziare se stessa. Questo processo, però, non è un’operazione mentale cosciente; piuttosto, è il risultato di pratiche apprese a posteriori. In fenomenologia, come spiegato da Husserl, l’intenzionalità della coscienza non è un primum, ma una comprensione retrospettiva del lavoro impersonale dei corpi. Questi corpi, sganciandosi da ogni antecedente, depositano l’oggetto nei supporti.
Critica dell’Oggettività
Le oggettivazioni della vita, come forme e oggetti, sono modi attraverso cui la vita stessa vive e si perde. Questo processo è evidente nelle pratiche agricole: l’azione trascendentale della pratica produce oggetti come il quadrato, che non esiste di per sé ma è il risultato di una serie di operazioni.
Il Ruolo delle Operazioni
La critica alla filosofia della matematica, rappresentata da pensatori come Hilbert, si basa sull’idea che le operazioni matematiche non fondano gli effetti su se stesse. Gli effetti sono, infatti, le cose più astratte del mondo. Le operazioni concrete, o i corpi all’opera, sono le vere realtà, che si depositano in figure e oggetti di sapere. Questo processo di cristallizzazione è continuo e mai completamente concluso.
Fenomenologia e Pratiche Corporee
La crisi delle scienze europee, secondo questa analisi, non è solo la perdita di un telo unificante, ma il rimanere con il telo stesso come unico riferimento. Questo porta a una visione platonica dove i concetti matematici come il quadrato e l’angolo di 90° sono visti come entità indipendenti e assolute. Tuttavia, in realtà, questi sono effetti di pratiche e operazioni corporee.
Conclusione: Prassi dell’Io
La fenomenologia diventa un’analisi delle operazioni corporee che lavorano incessantemente, rinominandole astrattamente come coscienza. Le operazioni della coscienza sono, in realtà, il lavoro dei corpi anonimi e delle pratiche che fungono. Questa visione allarga la fenomenologia fino a toccare l’idea che la coscienza è un risultato di pratiche corporee anonime, piuttosto che un’attività intenzionale autonoma.
In sintesi, la dialettica tra inconscio e coscienza, corpo e pratica, sottolinea l’importanza delle operazioni corporee e delle pratiche nella formazione dell’esperienza e del sapere. La coscienza non è un’entità indipendente ma un prodotto del lavoro incessante dei corpi.
Questi appunti sono stati tratti dal seguente contributo video
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo