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La funzione infera della psiche
Il Dio ignoto a cura di Robert M. Mercurio

Qualche giorno fa su Youtube il canale Centro Culturale Junghiano Temenos (temenosjunghiano.com) ha pubblicato questo interessante video dove l’analista junghiano Robert M. Mercurio affronta e indaga il tema del Dio ignoto.

Consiglio la visione del video per intero, in questo articolo riporto testualmente un momento del filmato che a mio avviso ho trovato illuminante.

Al minuto 48:36 Robert M. Mercurio introduce una frase del maestro zurighese C. G. Jung tratta da Psicologia e Alchimia:

La coscienza inflazionata è sempre egocentrica e consapevole esclusivamente della propria esistenza. È incapace di imparare dal passato, incapace di cogliere il senso degli eventi contemporanei, incapace di trarre le conclusioni giuste per quanto riguardi il futuro. È ipnotizzata da se stessa e non accetta di essere minimamente in discussione. Alla fine invita le stesse tragedie che provocheranno la sua morte.

C.G. Jung

Dice Robert M. Mercurio: «Jung coraggiosamente cercava sempre di trovare il Dio ignoto, pur rispettando il fatto che non lo avrebbe mai trovato. Di individuare dove e come l’aspetto trascurato della divinità era andata a nascondersi.
Ora per noi potrebbe essere la genetica, la ricerca del gene della creatività, il gene dell’intelligenza, il gene della spiritualità, etc…
Può essere una ricerca nel campo delle neuroscienze, senz’altro un’indagine molto affascinante e molto proficua.

Siamo sempre alla ricerca di quell’elemento che ci aiuterà a capire meglio il mistero dell’esistenza o l’inconscio collettivo. Jung ha sempre cercato di portare tutto a psiche.
Di riconoscere che tutte le scoperte nascono nel profondo della psiche inconscia e dal mondo degli archetipi.
Ha sempre cercato di riposizionare tutte le nostre affermazioni religiose e metafisiche nella psiche che proietta queste cose fuori, il più delle volte trascurando la base e la fonte di tutto.

Il Dio ignoto è lì dove la maggior parte della gente non pensa di cercarlo nel profondo, dell’anima nella nostra stessa interiorità.

La psicologia Junghiana della tipologia e delle funzioni psicologiche è molto importante in questo contesto.
Come noi sappiamo la cosiddetta funziona principale che sia pensiero, sensazione, sentimento o intuizione corrisponde al mondo in cui la psiche conscia si muove con padronanza e con senso di controllo e gestione.
La seconda funzione aggiunge una colorazione, una sfumatura alla prima, ma siamo sempre nella sfera di ciò che la coscienza riesce a gestire.
Con la terza funzione siamo già su una sorta di scivolo che facilmente ci porta giù con l’inconscio e la funzione inferiore è la nostra radice nell’inconscio.
È un problema perchè qui la coscienza non è per niente padrona, in questa sfera secondo Jung non siamo più noi a fare delle cose, ma le cose ci capitano, succedono, a volte ci cascano in testa come una tegola. Ma in questa sfera infera della personalità ci sono anche delle ricchezze che la psiche conscia non avrebbe mai preso in considerazione.

Proprio perchè si tratta di una zona dove la coscienza non è più padrona siamo aperti alle esperienze dirette del mistero, alle esperienze religiose, persino mistiche. Il Dio ignoto è forse lì, nella funzione inferiore, forse è la stessa funzione inferiore.
Sarebbe un Dio paradossale senza la potenza, la forza, la gloria che noi siamo abituati ad associare alla divinità.

Un aspetto del divino che difficilmente noi accettiamo e difficilmente viene incorporata nelle nostre concettualizzazioni, nelle nostre teorie teologiche. […] La funzione inferiore è davvero un Dio ignoto, mercuriale, nonostante i nostri tentativi di integrarlo, la funzione inferiore non sarà mai nostra.

Il Dio ignoto è la garanzia che la trascendenza non verrà mai assorbita dall’immanenza. […] Accettare questa nostra incapacità, ignoranza è un bellissimo rimedio per l’inflazione e credo che l’inflazione, forse più di qualsiasi altra cosa trasformi il Dio in un deus absconditus, che si nasconde e diventa un Dio ignoto. […]

Quando non troviamo una soluzione, quando tutto sembra impenetrabile, quando un nostro problema ci casca in testa come un monolite e non troviamo un’apertura nonostante tutti i nostri sforzi allora siamo proprio come Mosè davanti a quella roccia.

Dobbiamo continuare a battere la solidità rocciosa del problema, non con sempre più forza, ma con delicatezza, cercando il punto sensibile e l’atteggiamento giusto in noi. E quando lo troviamo in noi stessi, o magari anche in un paziente, la roccia si spalanca e la vita della psiche comincia a fluire di nuovo. […]

1659, Mercurio ed Argo - Velázquez

1659, Mercurio ed Argo – Velázquez

Ci vogliono occhi diversi, occhi nuovi per riconoscere i segni e le manifestazioni del Dio ignoto intorno a noi e dentro di noi. Piuttosto che considerare le manifestazioni del divino come delle semplici proiezioni da sciogliere, forse conviene applicare la preziosa lezione junghiana del rispecchiamento. Ciò che io vedo nel mondo e il modo in cui lo vedo, rispecchiano una parte di me. E quei fatti nel mondo sono anche uno specchio, e io sono uno specchio per ciò che mi circonda. Mi conosco meglio guardando il mondo e il mondo si conosce meglio guardando me.

Guardando noi, la nostra coscienza. Noi partecipiamo a un processo continuo di restituzione di quest’immagine riflessa che ci aiuta a sentire e a riconoscere che c’è uno scambio vitale, un circolo di vita che non presume di oggettivare, ma che riconosce, rispetta, la soggettività di tutto.

Possiamo andare oltre alla tendenza di cercare di Dio, il Dio ignoto dentro o fuori, forse il Dio ignoto è lì nello scambio. Nel dialogo, nel circolo vitale tra tutte le cose. E in tutto questo Dio rischia di rimanere ignoto a se stesso.

Il rispecchiamento tra il conscio e l’inconscio secondo Jung serve alla coscienza per conoscersi meglio e serve all’inconscio per potersi conoscere meglio. Possiamo dire la stessa cose per la nostra umanità da una parte e per il divino dall’altra parte. […] Il grande mistero che noi portiamo dentro di noi e che ci circonda è fondamentale per la nostra coscienza e la nostra coscienza è uno specchio essenziale per il divino stesso. […] E così forse il Dio ignoto si conoscerà.»

Grazie a temenosjunghiano.com per questa bella opportunità di approfondimento.

Pubblicato il
9 Ottobre 2020
Ultima modifica
1 Febbraio 2022 - ora: 05:59

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