In questo articolo
Un orizzonte conflittuale: scienza vs umanesimo
Chiunque oggi abbia a che fare con la sfera umana non può più esimersi dall’obbligo di situare la sua teoria e la sua pratica in rapporto con la Scienza.
Lacan (cfr. p. 239, Seminario XI)
Per Lacan è importante inserire il suo contributo in un quadro esistente tra la scienza e l’umanesimo, non si può non partire dalla premesse che oggi chiunque voglia fare dei discorsi sul mondo non può non partire dalla premessa scientifica.
Non esiste oggi condizione umana, posizione rispetto al mondo e prospettiva di pensiero che non dipenda dal pensiero scientifico.
Lacan (p. 873, Scritti)
Momenti salienti del confronto Scienza-Umanesimo
Un dibattito che comincia sul finire del ‘700 a partire dalla Filosofia dei Lumi: il metodo scientifico viene esportato fuori dal laboratorio per essere applicato all’esperienza umana.
Sapere aude (Osa sapere).
Kant
Contro la scienza, in questo periodo incontriamo il Luddismo (artigiani che sabotavano i nuovi macchinari della rivoluzione industriale), il Socialismo pre-marxiano (protesta con accento rivoluzionario contro il capitalismo), lo Spirito romantico (reazione all’illuminismo, valorizza l’irrazionale, inclinazioni reazionarie).
Più avanti dalla parte della scienza troveremo il Positivismo (forte ottimismo nelle possibilità della scienza, “scientismo”). Windelband, Rickert, Dilthey invece si schierano controllo la scienza, sviluppando la distinzione tra Scienza della natura e Scienze dello spirito.
Se la scienza della natura è fondata sulla spiegazione della cause, tutto ciò che non è scienza della natura poteva contare sul metodo fondato del comprendere.
Tra Ottocento e Novecento abbiamo l’affermazione della avanguardie artistiche che esprimono (Espressionismo, Dadaismo, Surrealismo) la ribellione dell’uomo contro un modello di vita governato dalla Scienza e dalla tecnica da essa derivata (Spirito dell’utopia, E. Bloch).
Se la filosofia stava cercando di promuovere un aldilà del dato scientifico avente regole sue proprie, le avanguardie vogliono portare alla ribalta una aldilà del dato scientifico irrazionale e inafferrabile.
Il dibattito filosofico
Contro il “feticismo dei fatti” la filosofia cerca di ridimensionare la portata conoscitiva dell’impresa scientifica.
All’entusiasmo della seconda rivoluzione industriale (elettrificazione), risponde l’eco dei disastri (Titanic) derivanti da incidenti provocati da macchine e mezzi sempre più potenti. In questo periodo abbiamo due opere capitali di Husserl: La crisi delle scienze europee e La fenomenologia trascendentale, introduzione alla filosofia fenomenologica (1936)
La scienza dimentica l’incidenza della singolarità, per una forma di conoscenza generalizzata; da qui la crisi delle scienze.
Una critica analoga la troviamo con Heidegger: Essere e tempo (1927). In questa opera secondo Heidegger il sapere occidentale porta all’oblio dell’essere a beneficio dell’ente.
Aggiungiamo Sartre con l’esistenzialismo (il dato singolare) che precede e si oppone alla generalizzazione di un sapere universale e scientifico.
In questo dibattito tra scienza e umanesimo, troviamo dalla parte della scienza il neo-positivismo (ciò che non è verità verificabile non ha senso), visione che sarà rivisitata e addolcita da Popper che si limita a dire: ciò che non è verità verificabile non è scienza.
Incontriamo la scuola di Francoforte con Adorno: La terra interamente illuminata, splende all’insegna di trionfale sventura, critica alla contraddizione illuministica: il sistema scientifico crea un’organizzazione totale che schiaccia la singolarità umana.
La letteratura antimoderna del novecento si pone alla “retroguardia dell’avanguardia” (R. Barth)
La scienza comporta un incremento paradossale dell’ordinario disagio della civiltà, elucidato da Freud. (Tempi Moderni, Charlie Chaplin).
Lacan: come superare la dicotomia scienza-umanesimo?
Lacan vuol proporre una via di uscita, l’alternativa è sintetizzabile in questa frase: se l’umanesimo è lo scarto della scienza, la psicanalisi è lo scarto dell’umanesimo.
C’è del sapere nel reale. Quantunque questo sapere non sia l’analista, ma lo scienziato a doverlo situare. L’analista situa un altro sapere, in un altro posto, che deve però tenere conto del sapere nel reale.
Pagine 304-5, Lacan, Altri scritti
Il “sapere nel reale” è un’allusione alla posizione Galileiana, per Galileo la premessa del nuovo metodo è costituita dal postulato che il grande libro della natura è scritto in un linguaggio matematico, geometrico. Le leggi della natura sono dunque già scritte e devono solo essere tra-scritte mediante equazioni e algoritmi.
Per Lacan i due saperi, quello della scienza e quello della psicanalisi, pur non potendosi sovrapporre, non possono prescindere dal sapere scientifico.
La psicoanalisi dipende dal fatto che da Galileo in poi c’è un sapere nel reale, tuttavia questo non basta, sempre secondo Lacan: «Doveva aggiungersi il clamore di una sedicente umanità, per la quale il sapere non è fatto, giacché essa non lo desidera».
L’uomo neo-umanista si rivolta contro la scienza, accoglie una condizione di cecità verso il sapere che, pur collocandosi in un altro posto, ha comunque qualcosa a che fare con il sapere scientifico.
C’è analista solo a condizione che questo desiderio gli venga, ovvero che già per questo egli sia lo scarto della suddetta umanità.
Lacan
L’analista è scarto dell’umanità perché si oppone, volendo saperne, spinto dallo stesso desiderio che muove la scienza: Dotta ignoranza (Cusano).
Credere che la scienza sia vera con il pretesto che è trasmissibile (matematicamente) è un’idea propriamente delirante che ogni suo passo confuta.
Lacan
La scienza è quindi un discorso e dobbiamo stare molto attenti a non cadere in un “feticismo dei fatti”.
La scienza è un’ideazione umana.
Husserl
Una lezione del Prof. Carmelo Licitra Rosa per Uninettuno.
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo