Tempo per la lettura: 10 minuti
La metapsicologia di Freud

Alla base della metapsicologia di Freud si trova il concetto di pulsione (Trieb in tedesco) il cui significato è quello dell’incalzare. Possiamo intendere Trieb come una vera e propria spinta che può, alle volte, anche diventare incontenibile. Tale manifestazione della libido è la componente somatica di questa energia.

La pulsione non è solo di un tipo, ne esistono molteplici e si differenziano per alcuni elementi caratterizzanti:

  • la spinta, l’agito, il movimento, l’insieme delle forze in azione
  • la fonte, il processo somatico che può avere origine in punti diversi del corpo
  • la meta, ciò verso cui la pulsione spinge
  • l’oggetto, ciò che permette alla pulsione di raggiungere la meta fisica

Facciamo un esempio con la pulsione della fame:

  • la spinta, cercare del cibo
  • la fonte, la tensione della mucosa gastrica
  • la meta, l’eliminazione della pulsione per via dell’assunzione di cibo
  • l’oggetto, il cibo

Da notare che mentre la fonte biologica di ogni pulsione è la stessa, la meta e l’oggetto possono cambiare, l’unica condizione è che l’oggetto (significante) abbia delle caratteristiche in grado di poter soddisfare (significato) quella pulsione.

Se nella prima topica viene evidenziato che la coscienza è sollecitata da due diversi tipi di stimoli (stimolo esterno e stimolo interno nella forma di sensazione di piacere e di dispiacere), con la seconda topica Freud aggiunge che alla base degli stimoli interni troviamo le pulsioni.

Se da uno stimolo esterno possiamo fuggire, da uno interno non possiamo far altro che difenderci, ed è proprio nella difesa, soprattutto dalle pulsioni sessuali, che l’individuo può sviluppare meccanismi patologici.

Freud e il concetto di libido

Freud suddivide le pulsioni in due gruppi: le pulsioni sessuali che hanno come meta il piacere del rapporto sessuale e le pulsioni dell’Io che invece hanno come meta l’autoconservazione dell’individuo.

È proprio dal conflitto tra questi due gruppi che può svilupparsi una nevrosi: le pulsioni di autoconservazione (agganciate al principio di realtà) entrano in azione nel rimuovere le pulsioni sessuali (vincolate al principio di piacere), le pulsioni sessuali che vengono rimosse sono costrette a procedere per vie secondarie indirette e regressive, trovando in questa indomabilità la soddisfazione negata.

Nell’isteria ad esempio l’energia pulsionale rimossa si converte in sintomi somatici (isteria di conversione) o in sintomi psichici come le fobie (isteria d’angoscia).

Nelle nevrosi ossessive la pulsione sessuale da origine a diversi sintomi: le idee ossessive e i comportamenti (compulsivi) e le difese messe in atto per contrastare tali moti coattivi quali per esempio i rituali ossessivi.

Occorre sottolineare che la pulsione sessuale, libido, può non essere univocamente indirizzata verso un oggetto esterno, pertanto esistono due forme di libido: una libido oggettuale e una libido narcisistica: la prima è rivolta verso un oggetto (estroversione della libido), la seconda è verso il soggetto stesso (introversione della libido).

Per Freud la libido agli albori della vita individuale a un carattere di tipo narcisistico (narcisismo primario), sarà nel corso dello sviluppo che la libido si direzionerà verso gli oggetti del mondo, distaccandosi dall’Io. Questo non è detto che avvenga sempre per esempio nella patologia schizofrenica si riscontra una regressione della libido dall’oggetto verso l’Io (narcisismo secondario), la persona si allontana dalla realtà richiudendosi in sé stesso, in fantasie primitive o infantili.

Prospettiva economica e dinamica

Parlare di libido dal punto di vista energetico implica adottare una prospettiva economica che tiene in considerazione la quantità di energia rilasciata dalle forze psichiche in conflitto, se invece ci concentriamo sul tipo di forze accediamo automaticamente ad una prospettiva dinamica; prospettiva topica, economica e dinamica sono caratteristiche della metapsicologia di Freud.

Tali forze sono legate ai bisogni e a desideri rimossi dalla sfera della coscienza che si trovano in opposizione a necessità e a valori dell’Io: è proprio da tale conflitto che prendono origine i sintomi nevrotici.

Da una parte abbiamo il desiderio, dall’altra il rifiuto di tale desiderio, così l’opposizione tra queste due forze converte la forza del desiderio in un sintomo somatico. Avvalendoci della prospettiva dinamica possiamo vedere come il sogno sorga a seguito di un compromesso tra le forze psichiche in conflitto nell’inconscio: un desiderio inconscio che cerca di trovare soddisfacimento e una resistenza che gli si oppone.

Oltre al sintomo e al sogno, sono degni di interesse gli atti mancati e i motti di spirito, sempre legati a una compensazione tra desiderio e resistenza.

Tali forze psichiche di una certa qualità (prospettiva dinamica) e di una certa quantità (prospettiva economica) agiscono all’interno di un apparato psichico che Freud ha suddiviso in sistemi.

 

Prima topica freudiana

Una prima topografia (topica) della psiche risale al 1899 e si trova nel settimo capitolo del volume l’Interpretazione dei sogni, in questa opera Freud parla del sistema inconscio, preconscio e coscienza

  • l’inconscio è costituito da contenuti rimossi dalla sfera della coscienza e proprio per questo inaccessibili, in questo sistema le forze psichiche spingono a un soddisfacimento immediato dei bisogni senza tener presente la realtà (principio di piacere inerente al processo primario);
  • il preconscio è invece abitato da contenuti non ancora coscienti, ma neanche rimossi, quindi potenzialmente possono accedere alla coscienza in un determinato momento (es: un ricordo);
  • la coscienza infine è quel sistema che attraverso gli organi di senso si trova a contatto con il mondo interno (ricordi, sensazioni di piacere o di dispiacere) e esterno (dati sensoriali), il principio che ne regola l’attività è il principio di realtà relativo al processo secondario (tollerare la rinuncia o la trasformazione dei bisogni);

La coscienza rispetto all’inconscio valuta la realtà e agisce sulla base di questa valutazione nelle seguenti modalità operative:

  • l’attenzione, scelta selettiva di stimoli sensoriali
  • il giudizio, il confronto di rappresentazioni vere o false sulla base della realtà
  • il pensiero, la valutazione di successo o meno circa una possibile azione
  • il comportamento, l’azione che scaturisce dalla precedente valutazione

Non è un caso trovare la prima topica all’interno de l’Interpretazione dei sogni ove aleggia per Freud una fiducia nel processo ermeneutico: nell’interpretazione.

In questo testo Freud ci mette al corrente quanto egli abbia scoperto che l’inconscio possieda un suo linguaggio simbolico ed è altresì convinto che l’interpretazione di tale modalità espressiva possa permettere al contenuto inconscio di poter giungere alla coscienza del paziente, quindi abbandonare il sintomo.

Seconda topica freudiana

Sarà solo nel 1920 con l’opera “Al di là del principio di piacere” che Freud si imbatterà nella reazione terapeutica negativa (un piacere al di là) che lo costringerà a rivedere totalmente la sua prima topica.

Nel 1922 con “L’Io e l’Es”, Freud formalizzerà la seconda topica che non si baserà più su un modello fatto di luoghi (topos) della psiche, ma su un modello umano e relazionale, da questa nuova concezione emergono i concetti di: Io, Super-io ed Es.

Questi sono da considerarsi come dei veri e propri centri psichici dotati di una modalità di relazione ed esigenze ben distinte:

  • l’Es è il centro pulsionale, irrazionale, pressante e intransigente
  • il Super-io è l’istanza morale e critica della personalità, in alcuni casi può divenire un persecutorio dell’Io
  • l’Io è il mediatore tra i bisogni dell’Es e le regole morali del Super-io

Esattamente come per la prima topica tali concetti sono da intendere su un piano meta-forico dalla cui etimologia, “meta” oltre e “phero” portare, chiarisce efficacemente l’utilizzo cui farne. Ovvero quello di un’analogia con la realtà, una similitudine, un accostamento all’inconscio che resta inaccessibile per conoscenza diretta.

La metafora diventa quindi un valido strumento per giungere ad una conoscenza indiretta dei processi inconsci e tentare di poter curare il paziente. Un linguaggio allegorico, una lingua neutrale capace di connettere per analogie il piano corporeo e quello psichico. È proprio nell’analizzare tali similitudini e tali differenze che secondo la visione di Jung e Pauli potremmo poter costruire una nuova lingua ancora sconosciuta per nuovo e terzo tipo di leggi naturali.

Spontaneamente la metapsicologia avvalendosi del pensiero metaforico si accosta alla metafisica e alla mitologia. A tal proposito in Psicopatologia della vita quotidiana, Freud scrive: «Credo infatti che gran parte della concezione mitologica del mondo, che si estende diffondendosi sino alle religioni più moderne, non sia altro che psicologia proiettata sul mondo esterno. L’oscura conoscenza […] di fattori e rapporti psichici inerenti all’inconscio si rispecchia […] nella costruzione di una realtà sovrasensibile, che la scienza deve ritrasformare in psicologia dell’inconscio. Potremmo avventurarci a risolvere in tal modo i miti del paradiso e del peccato originale, di Dio, del bene e del male, dell’immortalità, e simili, traducendo la metafisica in metapsicologia» (1901, Opere, 4, pp. 279-280).

La pulsione di morte

Ne consegue che in “Al di là del principio di piacere” sono quindi due le pulsioni indagate da Freud: la pulsione di vita, sessuale (Eros) e la pulsione di morte (Thanatos).

In questo volume l’Io è descritto come un centro psichico dedicato a mediare le spinte che giungono dall’Es e le imposizioni della legge morale che impone il Super-Io.

Il concetto della pulsione di morte entra in risonanza con quello di Super-Io che a sua volta nasce a seguito del complesso di Edipo, ovvero dalla rimozione dei desideri sessuali incestuosi verso la madre e la conseguente identificazione con la figura del padre.

Scrive Freud in L’Io e l’Es: «Il Super-io non è però soltanto un residuo delle prime scelte oggettuali dell’Es, esso ha anche il significato di una potente formazione reattiva nei confronti di queste scelte. Il suo rapporto con l’Io non si esaurisce nella ammonizione: “Così (come il padre) devi essere”, ma contiene anche il divieto: “Così (come il padre) non ti è permesso essere”, ciò significa che non puoi fare tutto ciò che egli fa: alcune cose rimangono una sua prerogativa”. Questo doppio volto dell’ideale dell’Io dipende dal fatto che esso si è adoperato per la rimozione del complesso edipico, e addirittura deve la propria esistenza al crollo di quel complesso. La rimozione del complesso edipico non è stata evidentemente impresa da poco poiché i genitori, e in special modo il padre, è stato riconosciuto come l’ostacolo che si frappone alla realizzazione dei desideri edipici, l’Io infantile si è rafforzato per effetto di quest’opera della rimozione erigendo in se stesso il medesimo ostacolo. In un certo senso ha preso a prestito dal padre la forza necessaria per compiere quest’opera, ed è questo un atto straordinariamente denso di conseguenze. Il Super-io conserverà il carattere del padre, e quanto più forte è stato il complesso edipico, quanto più rapidamente (sotto l’influenza dell’autorità, dell’insegnamento religioso, dell’istruzione, della lettura) si è compiuta la sua rimozione, tanto più severo si farà in seguito il Super-io nell’esercitare il suo dominio sull’Io sotto forma di coscienza morale, o forse di inconscio senso di colpa. Donde il Super-io tragga la forza per esercitare questo dominio, nonché il suo carattere coattivo che si manifesta come imperativo categorico, è una questione sulla quale mi riservo di proporre un’ipotesi nelle pagine che seguono» (1923, L’Io e L’Es, Opere Complete in E-book, pp. 4497-4498).

Il Super-io trae la sua forza dal fondersi della pulsione aggressiva (gruppo pulsioni di morte) con la pulsione sessuale (gruppo pulsioni di vita), il risultato di questa associazione è la sessualizzazione dell’aggressività che diviene al servizio del principio di piacere.

La pulsione di morte conferisce al Super-io la capacità di generare senso di colpa e angosce fino alle estreme conseguenze del suicidio. Da questo impasto Thanatos si fonde con Eros sviluppando da un lato la componente aggressiva dell’atto sessuale (sadismo), dall’altro una parte della pulsione di morte non viene spinta verso l’esterno, ma permane internamente legandosi alla libido e dando origine al masochismo primario o erogeno.

La reazione terapeutica negativa

Sarà proprio in questi anni che Freud si accorgerà che il rapporto sadismo-masochismo non è simmetrico, nello specifico lo osserverà attraverso la reazione terapeutica negativa: il paziente proprio nel momento in cui manifesta segni di miglioramento assume un atteggiamento di opposizione all’analisi e alla guarigione, a livello inconscio si riscontra un peggioramento dei sintomi. Il paziente preferisce soffrire, preferisce la malattia alla guarigione.

La reazione terapeutica negativa è una particolare forma di resistenza che affonda le sue radici nella pulsione di morte rappresentata dal rapporto tra l’Io masochistico e il Super-io sadico.

In questi pazienti il senso di colpa è tale che il bisogno di punizione impartito dal Super-io diventa così una forma di piacere, essi preferiscono la sofferenza nevrotica: non vogliono guarire.

A riguardo citiamo il seguente passaggio di Freud: «Considerando il quadro d’insieme nel quale convergono le manifestazioni derivanti dall’immanente masochismo di tanta gente, dalla reazione terapeutica negativa, e dal senso di colpa dei nevrotici, non si potrà più continuare a dar credito alla tesi che gli eventi psichici siano dominati esclusivamente dalla spinta al piacere. Questi fenomeni costituiscono prove inequivocabili della presenza, nella vita psichica, di una forza che per le sue mete denominiamo pulsione di aggressione o di distruzione, e che consideriamo derivata dall’originaria pulsione di morte insita nella materia vivente. Non si tratta di contrapporre due concezioni, una ottimistica e una pessimistica della vita; soltanto la cooperazione e il contrasto di entrambe le pulsioni originarie, l’Eros e la pulsione di morte, e mai l’azione di una sola di esse, può spiegare le variopinte manifestazioni dell’esistenza» (1937, Analisi terminabile e interminabile, Opere Complete in E-book, p. 5589).

Con la seconda topica Freud assume un atteggiamento diverso nei confronti dell’interpretazione e dell’ermeneutica che in questa sede non è più vista come la panacea di tutti i mali psichici, ma si riduce a uno strumento, un mezzo per entrare in contatto con l’inconscio, non più per curarlo.

La posizione femminile

Se dunque il paziente non rinuncia al suo dolore che gli procura piacere al di là, la via della clinica sarà quella di indebolire il Super-io attraverso quella che Freud nel 1931 chiamerà “posizione femminile”.

Lacan degli anni ’70 chiamerà tale posizione “cedimento sul proprio desiderio”: il terapeuta deve assumere la funzione di holding, di zona di sviluppo prossimale, non c’è niente da riparare, occorre fare l’impossibile, la “prova d’amore”.

Tale posizione femminile sorge come risultante dell’indebolimento della propria identità che non risulterà più collegata all’atto (faccio dunque sono), piuttosto l’identità la otterremo a valle, quando non occorre più agire, quando si è agito all’interno della “prova d’amore” (quel troppo impossibile).

Un importante contributo successivo a quello di Freud è quello di Melania Klein che apporta notevoli innovazioni e punti di vista, differenziandosi dal maestro principalmente per tre aspetti:

  • fin dal primo mese di vita il bambino intuisce delle relazioni oggettuali
  • il complesso di Edipo appare già in forma primitiva entro il primo anno e non tra i tre e i cinque anni
  • nel primo anno di vita il bambino passa da due posizioni diverse, la posizione schizoparanoide (dal primo al terzo mese) e la posizione depressiva (a partire dal quarto mese) che caratterizzano le modalità psicopatologiche dell’adulto

A seguito della diffusione del pensiero kleiniano si apre nel mondo della psicoanalisi una polemica tra la Klein ed Anna Freud, un dissidio sorto su questioni teoriche di fondo circa i metodi psicoanalitici per la cura dei bambini.

La Klein ritiene che i bambini a partire dai due anni di età possono già essere trattati attraverso la psicoanalisi, mentre invece Anna Freud è convinta che i bambini di questa età possono essere seguiti esclusivamente attraverso modalità educativo-supportive; il conflitto non è mai giunto ad una risoluzione.

Oltre alla Klein, altri psicoanalisti come Hartmann e Lacan raccoglieranno e svilupperanno l’eredità Freudiana per molti aspetti ancora attuale.

D’altronde lo stesso Freud già agli albori della sua opera aveva intuito come le entità psichiche fossero atemporali e costanti, esattamente come è costante un mito che sempre ritorna là dove troviamo un essere umano ad incarnarlo.

Bibliografia

  • Freud S, (1901), Opere, 4, pp. 279-280
  • Freud S, (2013), Opere complete E-book, Torino: Bollati Boringhieri
Pubblicato il
28 Dicembre 2023

Potrebbe interessarti