Consiglio la visione di questo ottimo contributo pubblicato sul canale youtube del CIPA
Qui la trascrizione del video:
allora io saluto tutti e soprattutto i nostri due autori di questo magnifico
libro che è stato poi il motivo per cui
abbiamo organizzato che al cibo a questa tavola rotonda cioè il libro credo che
ormai lo conosciate tutti e spaventose il titolo di questo libro e spaventose
simmetrie psicoanalisi e stati primitivi creativi
della mente un libro davvero molto molto bello e molto interessante e quindi
abbiamo gli autori qui presenti che sono il dottor mauro manica e la dottoressa
maria grazia oldoini ambedue psichiatri e psicoanalisti
freudiani e membri dell’ipa hanno
ognuno per per suo conto ma che immagino
insieme fatto molte pubblicazioni molti studi e
molte pubblicazioni e molto interessanti per che spaziano dalla psicoanalisi
all’arte e anche alla musica il dottor manica ha scritto musica della
psicoanalisi quindi veramente un modo di intendere
la psicoanalisi proprio forse interpreto io come il centro di una
serie di possibilità di apprendimento e di saperi proprio perché la relazione
con il paziente ci mette di fronte a molte esigenze anche di conoscenze e
il dottor manica ha avuto anche un premio
il premio ti con che è un premio molto
importante un premio internazionale un premio dell’ipa e quindi
ambedue sono una garanzia
e di e di approfondimento anche per noi
che stiamo qui ad ascoltare ovviamente ringrazio anche tutti i partecipanti del
cipa vedo moltissime persone collegate ed in particolare il ringrazio i vari
invasi marco che ha voluto presentare lui stesso un approfondimento
di un aspetto di questo libro di cui parliamo oggi e ringrazio anche
francesco sirano che è collegato ed anche lui ha voluto studiare un aspetto
una parte di questo libro per poterci poi riferire le sue impressioni e
intanto volevo dire proprio due parole se
tipicamente per introdurre la
la tavola rotonda cioè quello che poi i due autori così
preparati e importanti ci diranno allora dicevo già che questo è un bel
libro un libro molto interessante e che si colloca all’interno di una
tradizione scientifica psicoanalitica ma anche all’interno di
una letteratura psicoanalitica che dovrebbe essere approfondita
quindi lascia intravedere la possibilità di nuove e moderne ricerche a cui
accedere e attraverso l’approfondimento di eventi si dice che pur nel variare
della specificità strutturale con cui si rappresentano sono riferibili a vissute
vicende umane del destino collettivo o personale
nella prima parte del libro vengono descritti i simmetrie sorprendenti tra
sogni fantasie vissuti inconsci realtà e rimozioni incontri e tra i
incontri e grave tra i grandi teorici dei
processi mentali come freud jung bum che
dal passato conducono attraverso le loro opere a riflettere sulle possibilità
conoscitive del loro lascito scritto che ancora forse non sono emerse del tutto
alla conoscenza mion ha scritto riferendosi alla polizia
di blake perché tutti abbiamo capito che le spaventose
simmetrie sono quelle della d della poesia di blake e quindi non riferendosi
a questa poesia dice che la psicoanalisi è solo una
striscia nel mantello della tigre la seconda parte del libro sembra ispirarsi
all’affermazione di blake l’immaginazione non è uno stato mentale
è l’esistenza umana stessa ozdogan
riferisce che vi scrisse una nota probabilmente mentre si dedicava alla
stesura di apprendere dall’esperienza a proposito della lettura considerandola
con pieno diritto un’esperienza da vivere e da cui apprendere
dice il libro avrà fallito il suo scopo per il lettore se non diventerà un
oggetto di studio e la sua stessa lettura un’esperienza emotiva ed è
proprio su questo che leggendo il libro di cui parliamo si
riflette ispirandoci creativamente a più teorie
nella polifonia dell’ascolto con il paziente la preoccupazione psicoanalitica primaria
di cui scrive manica consente di aggiornare in un campo analitico
continuamente rigenerato soggiornandovi
io avrei finito dicendo la parola
grazie grazie funziona così
innanzitutto ringrazio anna per la bellissima e direi anche
toccante introduzione ringrazio michele accettella e il centro
dvd di psicologia analitica di nidi di roma per questo invito a me maria grazia
a fa sempre piacere avere degli scambi con i colleghi gli indiani e con il
pensiero di young con cui via via negli anni abbiamo sviluppato un dialogo che
per qualche verso e anche un dialogo privilegiato
volevamo presentare oggi qualcosa di un pò nuovo a partire da fearful symmetry
che è un’estensione è uno sviluppo dvd di fear fu symmetry ci occuperemo
vorremmo occuparci di nuovo dvd e una spaventosa simmetria che riguarda
coinvolge paziente analista è che ancora una volta una una spaventosa simmetria
tra uno stato primitivo un funzionamento primitivo della mente che può essere
rappresentato ad esempio dalla trasformazione in all’uci nosy e considerare la sua simmetria con un
funzionamento creativo per l’eccellenza della mente che è il sogno per cui sarà
questo confrontarsi nodi di di trasformazione in all’uci nosy e sogno
essere un po il filo conduttore del nostro discorso e poi avrebbe il piacere
di riconfrontarci invece con i vostri pensieri su su su le spaventose simmetria per imparare il mio discorso
partirei da quattro citazioni la la prima è di shakespeare quando dice nel
macbeth il sonno il sogno riavvia la matassa scompigliata
dell’affanno la seconda è di young la psicologia e religione
dubito molto dice young che si possa pensare il sogno come qualcosa di
diverso da quello che appare mi sento piuttosto incline a citare una volta autorità ebraica il talmud ove detto che
il sogno è la sua propria interpretazione in altre parole dice youm io prendo il sogno per quello che è
il sogno un fenomeno naturale e non ve ragione di credere che sia un’abile
artificio o inventato allo scopo di farci né errore il sogno sopravviene
quando coscienza e volontà sono spente senza contare che data la nostra quasi
completa ignoranza della psicologia del processo onirico dobbiamo usare moltissima prudenza nell’introdurre
nella spiegazione elementi estranei al sonno stesso e bion
dice io intendo che il materiale conscio deve venire sottoposto al lavoro del
sogno per renderlo idoneo ad immagazzinamento e alla selezione è
idoneo alla trasformazione dalla posizione schizzo paranoide a quella depressiva freud di cercare sto tel
afferma che il sogno è il modo in cui la nostra psiche lavora durante lo stato di
sonno io dico che in modo in cui funziona quando è sveglia e ultima
citazione di oden dice oden che il sognare è la forma più libera più
inclusiva e più profondamente penetrante di lavoro psicologico di cui sono capaci
di esseri umani realizzato attraverso una conversazione tra diversi aspetti
della personalità nel settimo capitolo
dell’interpretazione dei sogni freud intuisce e sottolinea un limite nella
tecnica della psicoanalisi e anche nella teoria quando di fronte ai possibili fallimenti dei processi di
simbolizzazione tanto nel sonno quanto nella veglia si viene trovare
confrontata la psicoanalisi con gli aspetti simbolici o non ancora simbolizza bili del funzionamento
mentale primitivo prato mentale collettivo
sinora dice freud ci siamo preoccupati soprattutto di sapere in che cosa consiste il senso segreto dei sogni per
quale via lo si rintraccia di quali mezzi si sia servito il lavoro onirico per celarlo sinora al centro dei nostri
interessi stavano i compiti dell’interpretazione soltanto dopo aver messo da parte ogni
riferimento al lavoro di interpretazione possiamo accorgerci quanto sia rimasta
incompleta la nostra psicologia del sogno finora tutte le strade che abbiamo
percorso portavano alla luce alla spiegazione alla comprensione piena ma
d’ora in avanti dal momento in cui decidiamo di penetrare più a fondo
nei processi psichici del sogno tutti i sentieri sfoceranno nel buio e il buio a
cui allude freud sembra costituirsi come una memoria del futuro anticipa e fonda le premesse per la
ricerca psicoanalitica successiva quella di bio per esempio quando avviene a integrare al modello
pulsionale freudiano la teoria klein e ana delle relazioni d’oggetto nel tentativo di esplorare quel buio
attraverso la formulazione di una concezione intersoggettiva della mente in questo
senso la mente non solo verrebbe concepita come un teatro di relazioni tra oggetti e parti del sé ma sarebbe
anche una struttura essenzialmente duale che ha bisogno di un’altra mente per
potersi sviluppare come se fosse una sonda capace di espandere il campo che
esplora bione in sostanza sembra ampliare l’ambito delle ricerche freudiane e offrire ulteriori chiavi per
la comprensione dei disturbi primitivi del pensiero aprendo nuove prospettive per la teoria e per la tecnica
psicoanalitica in realtà la ricerca bione ana si spinge oltre
ponendosi il problema di come raggiungere anche quelle condizioni della clinica in cui il paziente non sia
neppure in grado di compiere un lavoro associativo o addirittura un lavoro
verbale così accanto all’inconscio illuminato dalla fiamma simbolica
dell’altro emozione non sembra pensare anche a un inconscio inconoscibile o almeno non ancora conosciuto perché non
ancora generato dall esperienza dall’incontro dell’esperienza proto
mentale del bambino con quella dell’inconscio materno accanto all’inconscio predato della
filogenesi potrebbe esistere a loro un inconscio ontologico che non è dato e
che si crea nel leak non della relazione tra ambiente bambino allo stesso modo in
cui può crearsi nella relazione tra paziente analista al limite
relativamente alla psicopatologia esordio più primitive precoce potremmo dire che tutto quanto non può
diventare inconscio rischia di rimanere sepolto o addirittura di non poter
nascere alla vita mentale rimanendo in attesa di essere recuperato con una
sedimentazione fossile o come un residuo paleontologico in una matrice
indifferenziata della mente già freud in un primo tempo in una nota in margine
all’interpretazione del celebre sogno dell’iniezione a irma ma aveva fatto
riferimento a qualcosa di in conoscibile quando aveva osservato sento che l’interpretazione di questo
punto non si è spinta fino a raggiungere ogni significato celato ogni sogno ha
per lo meno un punto in cui esso è insondabile quasi un ombelico attraverso
il quale è congiunto all’ignoto e ancora nel settimo capitolo dell’interpretazione dei sogni aveva
ribadito anche nei sogni meglio interpretati è spesso necessario lasciare un punto all’oscuro perché nel
corso dell’interpretazione si nota che in quel punto ha inizio un groviglio di pensieri onirici che non si lascia
sbalordire ma che non ha nemmeno fornito altri contributi al contenuto del sogno
questo è l’ombelico del sogno il punto in cui esso affonda nell’ignoto
nonostante queste profonde intuizioni però nell’opera di freud la teoria del
sogno è rimasta sostanzialmente invariata tuttavia melanie klein in un epoca
ancora contemporanea al maestro per quanto ritenesse che occorreva analizzare il gioco infantile nel modo
in cui fra ci ha insegnato a trattare il linguaggio dei sogni ha inaugurato anche un nuovo modello metà psicologico che
avrebbe progressivamente cambiato le modalità di accostarsi al test onirico ricorrendo a interpretazioni sempre più
sature e codificate a detrimento di quegli aspetti di narrazione imprevedibile necessaria costitutivi del
pensiero freudiano con bio successivamente il sogno prenderà un
nuovo respiro creativo all’interno della copia analitica nella specifica funzione
di trasformare le esperienze emotive della veglia in pensiero del sogno è di
dare continuità alla vita mentale il sogno in questo senso conserva un
ruolo di materiale speciale nel processo psicoanalitico costituendosi da una parte come l’oggetto di un lavoro
interpretativo aperto insaturo un livello ermeneutico e dall’altra parte come l’epifenomeno del
funzionamento psichico del sognatore un livello epistemologico non esiste però
soltanto il livello intrapsichico del sogno il sogno fotografa accanto
all’apparato psichico del funzione sognatore anche luciana mento della
relazione analitica è inserito cioè non ha logica relazionale e sono noti i
legami che il sogno instaura livello interpersonale o trans generazionale
come ad esempio nel caso dei discendenti di persone sopravvissute all’olocausto che sognano al posto dei loro genitori
le persecuzioni naziste queste considerazioni rimangono alla
funzione che il sogno può arrivare a che il sogno può arrivare a svolgere del processo di cura e che didier ansia a
metaforizzato nel concetto di involucro psichico una struttura che verrebbe a comprendere
sia gli aspetti di funzionamento del paziente sia del setting sia gli aspetti
del contro trans il sogno può dunque essere il risultato di un processo di simbolizzazione che
nasce dall’incontro tra paziente analista e che consente un tentativo di elaborazione della redazione oggettuale
e delle angosce che l’hanno accompagnata
non sogno il sogno non sognato rimanda invece a una situazione più
indifferenziata e fusionale di relazione con la madre la cui assenza coincide con
lo smarrite del dio del soggetto la stessa assenza del sogno è indicativa
della scomparsa di un contenitore attraverso il filtro bruniano però l’attenzione agli stati più primitivi e
indifferenziati della mente ha condotto la psicoanalisi a transitare verso una
diversa concezione del sogno e del sognare così siamo arrivati a considerare come il sogno non possa più
essere inteso solamente nella versione riduttiva di via regia per accostare
l’inconscio ma abbiamo imparato a pensare che sia il sogno stesso a creare
l’inconscio perlomeno nel senso in cui so dolere veri nelle funzioni è la
funzione alpha della madre a generare l’inconscio del bambino il modello è quello di una relazione
contenitore e contenuto in cui tanto quanto il sogno sviluppa di inconscio
altrettanto l’inconscio sviluppa il sogno inevitabilmente l’inconscio posio
nano è una rivisitazione dell’inconscio di freud bion scrive ichr austin più
onirica geniale rivisita la concezione di freud dell’inconscio assumendo che le
evoluzioni di o costituiscano la principale forza interna all’inconscio e
non le pulsioni lipidiche o di morte o aggressive o è ineffabile esso
rappresenta l’assoluta verità sulla realtà ultima l’infinito i sistemi
infiniti caos i nomi né le cose in sé le pro concezioni innate la circostanza
pura o la vita come prima di codificarla evoluzione significa che accade sempre
dentro di noi e fuori di noi e che è inesorabilmente con sé inevitabilmente
con noi nella diversa prospettiva di una psicoanalisi il neuro evolutiva anche
shore propone un’ulteriore versione dell’inconscio e dice che piuttosto che essere un calderone
l’edizione di pulsioni non addomesticate è un coerente implicito se che la sede
degli affetti il generatore del significato emozionale diviene allora evidente come le condizioni di sordi non
sogno e di sodio non sognato richiedono che al lavoro sul contenuto
l’interpretazione sistematica del transfer dell’inconscio venga non te posta l’attenzione allo sviluppo dei
contenitori la regolazione di questo sei implicito generatore di significati
emozionali si pone così al centro della psicoanalisi attuale poiché l’assenza di
un sogno che funzioni da involucro psichico richiede che la ricostruzione dell’identità del paziente avvenga
attraverso esperienze affettivo sensoriali che appartengono a un area di
non pensai medita e che troveranno poi nelle tracce mnestiche un primo abbozzo
di rappresentazioni di pensiero quando non c’è sogno e non c’è rimozione
dobbiamo pensare che vi sia un’attività psiche elementare non rappresentativa
improntata alla scarica composta dagli elementi beta di beyonce o a un livello
più evoluto da quelli case chiama significati e significanti
formali forse questo osserva ancora grossi è
l’ultimo scopo del sogno la pro la promessa di un pit stop
nell’eternità in modo che possiamo ritornare alle pene e alle gioie delle
nostre avventure simmetriche con speranza il riferimento è chiaramente alla b logica di marte blanco
dobbiamo ritornare alla simmetria e alla natura infinita dell’inconscio per poter
tollerare la simmetria e infinito traumatico del reale
così i sogni traumatici forse i sogni sullo stato del ott più che
rappresentare ripresentano la scena del trauma a testimonianza di una parte di un bisogno
dell’apparato mentale di evacuare degli tsunami psichici non el amor abili con
meccanismi di difesa e processi di pensiero di più evoluti missio
traumatico funziona in parte come una scarica ma è anche una barriera di contatto un tentativo di riparare la
lacerazione prodotta dal trauma e di sviluppare dei contenitori che siano in
grado di trasformarla come ci ha mostrato bion e l’attività creativa della funzione alfa che produce gli
elementi alfa unità pittogrammi che vanno a comporsi per creare la barriera
di contatto quella pellicola semipermeabile che separa l’inconscio
dal conscio e in ogni prodotto psichico ne regola momento per momento l’espressione relativa se un’eccessiva
pressione da uno dei due lati della barriera di contatto proveniente dal mondo interno dalla realtà fattuale
assume una qualità traumatica impedisce il funzionamento adeguato della funzione
half e del pensiero sogno alla maniera di contatto si sostituisce al loro uno
scarno beta una membrana non permeabile di elementi beta che separa in modo
chirurgico l’inconscio dal conscio avremo così diversi tipi di sofferenza
psichica dal tutto inconscio della psicosi e dell’allucinazione al tutto
realtà delle persone che sono tagliate via dalla propria interiorità e dalla linfa vitale delle proprie emozioni
dopotutto una forma più ego sintonica ma non meno ma linea di psicosi i sogni che
non suscitano associazioni e realtà essiccate dai sogni si equivalgono e
dicevi on sono tutte e due simili alle proliferazioni allucinatorie lo
psicotico mancando della funzione di filtro della barriera di contatto non può annesso darren essere sveglio il suo
universo è strutturato più dall’equazione simbolica di hans eagle
che dalla simbolizzazione le parole sono trattate come cose il simbolo invece presuppone una distanza
dalle parole delle parole dalle cose una pausa che equivale al vuoto
puntiforme ma sostenibile dell’assenza dell’oggetto alla percezione della
presenza di un non seno con una non cosa l’incapacità di sognare dello psicotico
non vuol dire che non sogna la notte ma che non si sveglia del tutto dal sogno
non riesce ad abitare contemporaneamente i due mondi del sonno e della veglia non
distingue l’allucinazione dalla percezione perché una veglia senza sogno di uno stato di allucinati mentre un
sogno senza veglia è uno stato di allucinazione la cosiddetta normalità e
la misura della capacità di oscillare tra la veglia e il sogno
e se esistono solo ma tc come diceva col esistono anche perché con ragionevole
certezza è insita nel sogno la capacità di intercettare il traumatico e
attraverso il sogno l’inconscio che bion chiama anche l’infinito riesce a
rivelarsi nella sua disposizione a trasformare gli sviluppi traumatici in
professioni oniriche scrive gaetano benedetti il sogno sembra indicare
l’esistenza di una dimensione trascendente che va al di là della creatività stessa tuttavia mentre il
sogno terapeutico è una singolarità in quanto rara evenienza che consente
l’accesso né rico al mondo segreto del paziente la fantasia molto più
ubiquitaria ci mostra come anche ai margini del sogno terapeutico si
manifesti la qualità fondamentale dell’inconscio collettivo il suo essere essenzialmente terapeutico fantasia
inconscio collettivo le suggestioni sono rispettivamente klein ian e junghiane
male o evidenziate semplicemente per attirare l’attenzione sulla possibilità
di sostituire al termine di fantasia quello bisognano di sony alpha della veglia e al concetto di inconscio
collettivo quello di comunicazione inconscia o di conti inconscio condiviso
per fare della proposta di benedetti una premessa ideale al mio discorso il
sognare come forma privilegiata di pensiero inconscio e la bitta onirica
del sonno e della veglia come luogo generativo del significato che poi
vennero ad assumere ogni nostra esperienza emotiva lascerò a maria grazia con il compito di
parlarvi di trasformazioni nulli luminosi e farò la breve conclusione non
su sulla funzione in proiettiva del sogno sebbene o della relazione tra sogno e in
proiezione se viene dobbiamo all’intuito di sandor farsi l’arruolamento del
concetto di introiezione al corpus teorico della psicoanalisi sin dalle
prime definizione della propria scienza freud aveva fondato il funzionamento della mente su di una dinamica
prevalentemente in proiettiva sarà poi la prospettiva trainanà
considerando i processi di scissioni dell’abitazione primaria el invenzione geniale del concetto di identificazione
proiettiva a spostare il vertice no da un funzionamento in proiettivo della
mente anche a un funzionamento proiettivo della mente irripetibile intuizione klein ana
dell’idea di integrazione proiettiva aveva permesso di comprendere in una nuova chiave il fenomeno dell’empatia e
di definire l’effetto terapeutico della psicoanalisi come parco capacità da
parte dell’analista di ricevere identificazioni proiettive del paziente
c’è una sorta di comunicazione inconscia di modificarle dentro di sé e poi di
restituirla al paziente consentendogli di introiettare non solo la parte di sé che aveva collocato
dentro l’analista ma anche quella parte della mente dell’analista che aveva
compreso la proiezione ricevuta nella prospettiva di be on però questa
comprensione non era sufficiente per realizzare autentiche trasformazioni la
cura analitica doveva posizionare il vertice i no nel nuovo nello sconosciuto
nell’incrocio di qualsiasi realtà traumatica e l’analista doveva diventare
l’esperienza emotiva del paziente la verità assoluta sulla sua realtà ultima
il suo spaventandosi senza this organizzarsi spaventandosi nell’attraversare aree
poco conosciute della propria esperienza ma emotiva ma senza troppa persecuzione
prima di interpretare e allora necessario meso meritare di uscire essere in
unisono con l’esperienza emotiva del paziente è necessario sognare nelson
nella bella della seduta analitica quei sogni non sognati che solo un terzo
analitico intersoggettivo direbbe ogden nella qualità di nuovo soggetto creato
dall analisi può sognare laura e i ballerini laura una paziente
ormai alle soglie della sua conclusione dell’analisi porta in seduto un sogno che sembra
riassumere le progressioni del processo analitico la scenografia analitica ha
come location un congresso scientifico in cui sogna di incontrare una coppia di
ballerini laura che sa che la lei della coppia è incinta mentre lui dopo
un’iniziale riluttanza riesce ad accettare la presenza di questa nuova vita si trova allora chiedere al
ballerino che cosa lo abbia indotto a cambiare idea e l’uomo che non è molto alto ma il
fisico di un danzatore senza parlare le mima con il corpo tutto quanto approvato
la sorpresa lo spavento il dubbio il sorriso la gioia e poi un’infinita
tenerezza e così che laura capisce che cosa significhi sentirsi veramente amati
ancor prima di nascere per il fatto di semplicemente di esistere e di essere
ciò che si è in una seconda scena del sogno si trova sempre al convegno incontro un anziano e
saggio professore si accorge che con lui può discutere del senso del mistero della vita ascolta cose che sente che la
possano aiutare a dare più senso alla propria esistenza non solo le condivide ma percepisce di poterle fare su e in un
senso che le rende personali e soggettive forse davvero così e
necessario un primo tempo del lavoro analitico quello dell’uni sono quello
delle maison eri oniriche quello della reverie e della funzione alfa quello dello sviluppo dei contenitori affinché
si possa accedere al secondo tempo a livello dell’interpretazione dei contenuti
ci vuole l’area della terza età intersoggettiva della transazionalità
del gioco del sogno perché secondo l’adagio di cristoforo colombo il mare
conceda uomo ogni uomo nuove speranze come il sonno porte sogni senza un
contenitore senza un apparato per introiettare anche le interpretazioni più raffinate medio cucinate sia che si
tratti di piatti elaborati o di semplici piatti sono irricevibili e indigeribili per la
mente infantile e comunque per una mente per nulla o poco differenziata ma
ascoltiamo bion la coscienza intesa nel senso ristretto dato le da freud e nella
quale si designa la rudimentale coscienza del neonato non ha ancora il
suo complemento inconscio vale a dire che tutte le impressioni e sensoriali
riferite al set rientrano nella stessa categoria tutte sono coscienti
l’organo recettore di questa massa di dati sensoriali sul raccolti dal
donato per mezzo del suo conscio è costituito dalla facoltà di reverie
della madre ci suggerisce così che il conscio proto
mentale deve potersi incontrare trasformare in sogno affinché una
coscienza embrionaria incomincia a esistere in questo senso la reverie costituisce
un fattore della funzione alza della madre che le permette una totale apertura ricettiva a qualsivoglia
identificazione proiettiva dal proveniente dal bambino e non solo consente la trasformazione delle sue
emozioni intollerabili ma il trasmette anche il metodo per trasformarle cioè dota il piccolo duomo
della sua funzione alfa e dunque della possibilità sia di sognare si sa di essere cosciente
come si interiorizza un oggetto che sia personale creativo di on snow beatrice e
lo spirito santo beatrice giunta allo stadio a uno stadio è voluto della sua analisi sonia
ritrovarsi in montagna è la montagna nelle geografie mariti che si è costituita sempre più come un luogo
delle origini delle possibilità di una nuova nascita di un nuovo inizio
la montagna era via via diventata in analisi il luogo in cui sentirsi ospitata dentro la mente dell’analista e
in cui sentire di poter ospitare un nuovo oggetto interno ispirato e creativo in cui dar vita a un’inedita
soggettività transizionale composta dallo sviluppo delle comunicazioni inconsce tra paziente alla lista così
nello scorrere delle sequenze oniriche beatrice sono un’arrampicata verso la vetta ma invece di arrancare si sente
leggera come se si sentisse sostenuta vede stambecchi e camosci che scalano
irte pietraie senza fatica e anche la montagna sembra facilitarne la corsa
senza creare ostacoli opporre resistenza anche lei si sentono con un camoscio o
uno stambecco che danza con le rocce d’amblé commenta lei mi ha trasmesso il
suo spirito e le sue associazioni rimandano a quel passo di giovanni in
cui gesù il cristo più latamente il nazareno comunica i discepoli rattristati che deve lasciare questa
terra ora io vi dico la verità è bene per voi che io me ne vada perché se non
me ne vado non verrà a voi il consolatore ma quando me ne sarò andato dello manderò il consolatore lo spirito
santo sembra diventare cui l’oggetto di un introiezione l’oggetto di una holding
che sostiene e l’esperienza di essere sostenuti non è semplicemente riconducibile al fatto di ritrovarsi tra
le braccia di un oggetto primario lui la montagna si trasforma e si fa
partecipe dell’esperienza di diventare un ambiente facilitante di essere nei termini di balint quella
terra che regge chi cammina o l’acqua che sostiene il nuotatore ma ancora di più la montagna che trasmette il suo
spirito va oltre le definizioni classiche dell’interpretazione e va oltre le parole che toccano perché è
necessario che il paziente riesca a sentire di averci toccati per ricevere
qualcosa che dia senso verità e credenza la sua esperienza emotiva anche a quelle
esperienze più anomiche più afasiche e più traumatizzate per il fatto di non essere mai state ospitate dall’inconscio
dell’oggetto o meglio dall’inconscio dell’ambiente materno paterno in cui i
germogli di una vita mentale dovrebbero potersi radicare per stabilire una connessione con quelle matrici
simboliche originarie a cui è stato conto genericamente affidato il compito
di sognare e di comprendere il sogno grazie
a sponsor un collega indiano
mentre discutevamo di un caso clinico mi ha suggerito di rileggere lo spirito
mercurio di juve dove c’è uno spirito che abita le radici
una bottiglia
questo spirito notte in qualche modo deve essere ritrovato liberato poi
richiuso spera poi viene rinchiuso da chi lo trova questo spirito che con un
escamotage e lo rimette dentro il bar a titolo dove si trovava e lori
seppellisce perché non era il tempo giusto per tirarlo fuori l’utile ha poi fuori quando
questo spirito non sarà conosciuto come mercurio e in tutte le sue
caratteristiche quindi nel processo alchemico mercurio può trovare la sua capacità di
lavoro e anche a che fare con la soggettivazione no perché mi pare di
cajun che lo può liberare il maestro che la imprigionato cioè non lo può liberare
qualcun altro no e ciascuno deve ritrovare il proprio spirito mercurio si
cioè deve essere lacchini sta cioè colui che cerca la
la sapienza o quello che cerca la pietra filosofale
che cerca lo spirito in quanto in quanto
è quanto saggezza in quanto sapeva
è il diciassettesimo volume preciso
e non è facile
c’è qualcuno che vuole fare un osservazione una domanda anche tra i
colleghi che sono collegati sì ci aspettiamo interventi
il mezzo [Musica] si forse
seguiamo questo suggerimento di maria grazia che vuole esprimerci il suo materiale
clinico in modo che possiamo riflettere anche su quelle parti che abbiamo
ascoltato finora va bene così grazie
buongiorno a tutti buongiorno a tutti vi sentite mi stancano vc
cioè grazie grazie a tutti voi ai presenti e
collegati gli organizzatori io ho portato un lavoro di cui leggerò
sostanzialmente la parte clinica perché è un lavoro piuttosto lungo che avrebbe dovuto entrare in fir full symmetry
avrebbe dovuto essere compreso nella lista delle o poi è stato accettato da
una rivista quindi è stato impossibile usarlo per altri scopi insomma mi sembrava che mancasse nel libro e al
piacere di condividerlo con con voi il tema sembra il misterioso all’uci
nosy e rendere il dolore di alice e le sue trasformazioni nella stanza di
analisi in realtà non è così misterioso se poi ascoltiamo perché il senso del
lavoro è questo ci sono dei contenuti ciclici delle emozioni per qualche verso ingestibili
intollerabili al punto da venire come dire processate lungo la via della
lucino xi quindi non vengono negate non vengono proiettate non vengono disseminati vengono tagliate via insieme
a tutta un area di esperienza all’uci nosy è un termine che io utilizzo nella sua accezione bioni ana
poi nel lavoro cerbo di fermarmi soffermarmi o magari anche dopo
e allora ho voluto portarli qui il resoconto di un’esperienza chimica che per me è stata estremamente sconvolgente
dove mi sono trovata a vivere una sorta di cosi condivisa con la paziente anzi
direi che sembrava che la paziente stesse bene e io posi completamente per
le terre e mi sembrava importante rifletterci
considerando la serietà dei fenomeni che si sono che si sono verificati e come si
è passati da quella condizione molto aggrovigliata emotivamente non
competente assolutamente non onirica ad una trasformazione
nel nel lavoro analitico vado a leggere ci sono pazienti che di fronte al dolore
psichico oltre che ricorrere ai più conosciuti i meccanismi di difesa quindi
scissione identificazione proiettiva diniego e centra operano trasformazioni
di carattere all’uci nosy co scopo di questo lavoro incentrato sul
tema della lucino xi e delle trasformazioni che possono avvenire in questo ambito funzionale è quello di
esplorare il campo della lucino xi a partire dalle sue prime formulazioni di on jan e è quello di mostrare come un
certo tipo di lavoro analitico possa permettere al paziente di transitare da
un funzionamento allo sci musico allo sviluppo di competenze simboliche
un aspetto che rende particolarmente complessa l’analisi con questo tipo di pazienti riguarda la loro difficoltà a
lavorare senza la presenza effettiva degli oggetti per cui è intorno a cui
lavora deve essere fatto è come se per riuscire a pensare qualcosa avessero
bisogno di una sua realizzazione concreta cioè di ritrovarla nella realtà esterna quindi o ci sei o non ci sei se
non ci sai non riesco a pensarti per me non esiste più e quindi c’è una sorta di grand canyon tra la presenza e la non
presenza e allora a questo livello come osserva b che prende forma la lucino xi
quando lo scarto tra l’aspettativa di trovare l’oggetto e la frustrazione per
la sua assenza è tale che non può generarsi pensiero il point e
rappresentazionale verso l’oggetto attraverso la presentazione di un caso
clinico vorrei proporre l’utilità del concetto di trasformazione in all’uci ne
usi perché io penso che rappresenti intanto un fenomeno mentale universale
si colloca come un’interfaccia tra il funzionamento psicotico e il meccanismo
allucinatorio del sogno una funzione difensiva particolare
lievemente diversa dalle più consuete divese psicotiche è uno strumento che ha conseguenze sulla tecnica psicoanalitica
permettendo di utilizzare anche gli aspetti non simbolici quindi pre
rappresentazionali della mente del paziente nel caso presentato ad esempio le nightmare it che mi ha coinvolto in
una trasformazione in all’uci nosy messo al servizio del lavoro clinico ha anche permesso di intercettare l’esperienza
più profonda più anomica più afasica nella mente del paziente
credo che in situazioni cliniche come quella che ho descritto che vedremo
l’uso degli strumenti psicoanalitici abituali in particolare l’interpretazione sui contenuti
non possa essere immediato perché è troppo sofisticato questo il punto di
vista rispetto alle competenze psichiche e di cui dispongono questi pazienti e
che debba essere preceduto da un lungo e inevitabile lavoro di sintonizzazione emotiva questo lavoro comporta che
l’analista possa anche arrivare a regredire a stati disorganizzati di funzionamento mentale andare là dove si
trova il paziente e richiede che egli riesca a sviluppare la propria capacità
onirica per produrre metafore vive che siano in grado di espandere la capacità
di sognare del paziente per trasformare il concreto in cui sono prigionieri
questi pazienti l’analista deve insomma accettare di ammalarsene per poi
arrivare a sognarlo per molto tempo al posto del paziente affinché quelle
emozioni che erano state fino ad allora intollerabili possano finalmente essere immessi ciclo
metabolico e possono quindi diventare sogna bili anche da parte del paziente
mi fermo qui perché sembra tutto troppo lungo e vado alla lettura del resoconto
clinico non è una vignetta è un po lungo otto però siamo qua
alice è una donna di nel senso
challengein [Musica]
alice è una donna di anni alla sua seconda analisi
ha una storia infantile traumatica per gravi carenze nell’area dei legami
materno e paterno alcolista vive in una condizione di cronico malessere in cui si susseguono
crisi colleriche violentissime e abissi di disperazione e fa fatica a stabilire
relazioni affettive valide a una bambina di anni nata all’interno di un
matrimonio infelice avvelenato da un insanabile conflittualità nel corso dell’analisi con me la paziente riuscirà
a separarsi e risolvere la condotta da buso
inizio poco prima della pausa estiva del quarto anno d’analisi un’analisi a tre
sedute alla settimana verso fine giugno era accaduto un fatto curioso è dunque io finisco di solito
per la pausa estiva metà luglio per cui eravamo a tre settimane dalla dalla chiusura per
la pausa estiva verso fine giugno era accaduto un fatto curioso che mi aveva molto angosciato e aveva creato non
poche difficoltà nel lavoro clinico era un periodo in cui alice si lamentava
continuamente in particolare delle ripetute assenze dell’ex marito paolo che la paziente accusava di non
provvedere in modo adeguato a lei e alla figlia e di non avere a cuore il loro bene specialmente quello della bambina
come già accaduto in precedenza in ripetute occasioni l’ennesimo incidente nell’equilibrio
della gestione domestica la rottura dell’impianto di condizionamento nell’abitazione della zia
aveva riaperto una polemica infinita che rendeva le sedute molto faticose
la paziente invece che intervenire lei stessa per tamponare l’emergenza di caldo per esempio acquistando un altro
condizionatore continuava a protestare piena di rabbia verso paolo che lasciava
lei e la figlia a gradi senza fare nulla cioè la signora abitava nella nella casa diciamo coniuga al marito
dopo la separazione aveva preso un appartamento per sé lasciando la paziente con la bambina nella nella casa
originali avevo la sensazione di non riuscire a calmarla in alcun modo e che il
riconoscerle quanto fosse pesante stare in quella situazione o il fatto di non venire accolta nelle proprie richieste
non sortissero alcun risultato apprezzabile l’approssimarsi della pausa estiva
parlava certo di altre incandescenze e portava sulla scena l’esperienza
dell’essere lasciata sola in balia di emozioni poco arginabili ad alta temperatura
ma ogni intervento che alludesse a questo registro non faceva che peggiorare le cose alice era arrivata a
consultare l’ennesimo avvocato ed era stata quasi sul punto di recarsi dai carabinieri per chiedere giustizia
insomma faceva caldo in casa sua e in seduta
sempre in questo periodo era stata poco bene la figlia che la paziente aveva portato al pronto soccorso per delle
forti coliche addominali gli accertamenti effettuati avevano evidenziato la presenza di uno stato
ansioso e di intasamento fecale non so non troppo caldo purtroppo che
emozioni incandescenti pulsanti indigeribili che chiedevano di essere
raffreddate ospitate trasformate nel corso di quelle sedute continuava ad
interrogarmi su che cosa potesse ostacolare la realizzazione da parte mia di una funzione di condizionatore non
riuscivo a rinfrescare la stanza neanche un po ebbene durante una di queste sedute a gradi accade un primo fatto
curioso che chiude la seduta in anticipo di
minuti le mie sedute durano minuti per cui un terzo di seduta confidente un
quiet proprio come un battista me ne rendo conto appena sulla porta mentre alice già per le scale e ed è un vero e
proprio shock cognitivo lì per lì mi trovo a pensare a qualcosa di reattivo
alla paziente anche se non trovo ripensando alla seduta nulla di specifico è così diverso dal solito di
così eccezionale da produrre un fatto per me del tutto inedito d’altra parte in quella fase era veramente faticoso
impegnativo contenere la turbolenza delle sue emozioni per cui mi ero detto
adesso non ne potevo più mandata via l’avevo risolta così però nel corso della giornata mi sento inondare dà un
dispiacere e da una pena che si fanno via via sempre più intensi e sono
tristissima già stavo quasi male
attendo perciò la paziente alla seduta successiva con una certa trepidazione prevedendo lo scatenamento della sua
furia invece la seduta sembra cominciare come una delle tante per un attimo mi
viene da pensare che non abbia registrato nulla cominciò così a girovagare tra me e me ripenso
all’accaduto lo ripercorro passo passo cioè mi distraggo in qualche misura vado altrove finché non mi si insinua un dubbio sulle
mie stesse percezioni e quello che mi era apparso come un fatto inequivocabile
inizia a perdere nitidezza era un parto della mia mente un falso ricordo oppure
uno sfottò ma percettivo di alice mi chiedo se quel fatto non sia un segnale
di qualcosa per cui ancora dobbiamo fare posto è entrato così ex abrupto con una
mio enactment dopo un po recupero una presenza emotiva un contatto e in quel
momento ritrovo alice preda delle solite invettive verso l’ex marito l’aria condizionata l’assegno mensile gli
accordi per le vacanze estive su quando terrà lui la bambina allora in quel
momento riaffiora dentro di me quel sentimento di tristezza del giorno prima
e così provo ad accennare all’episodio della seduta precedente che l’aveva
mandata via un quarto d’ora prima risentendo di potermi appoggiare al tema onirico annunciato da quei sentimenti di
tristezza che mi ero portata dentro per tutto il giorno e che e poi era tornato all’attenzione attraverso le
lamentazioni della paziente chi terrà la bambina non chi la tiene st bambina tutti la mollano tutti la mandano via
però la paziente mi cade dalle nuvole e una borderline gravissimi non so se
avete in qualche modo inquadrato così grossolanamente la situazione esplode e urlando per cui i colleghi
dello studio si sono messi fuori dalla porta per cercare di capire se stessi se
fossi viva o morta mi dice ora lo so anch’io ve la leggo lei non me lo doveva dire insomma un
fiume in piena di furia di domande di accuse di proteste che anche la trovo insopportabile al punto da mandarla via che sono come tutti gli altri ed è stato
un momento veramente significativo dopo un po mi trovo a dirle che mi dispiaceva e le
dico davvero mi dispiace ma credo che sia accaduto qualcosa che forse dovremmo
cercare di capire la paziente rimanda come dire a quel paese in termini molto
coloriti e mi risponde con rabbia lo capisca lei e lei che ha sbagliato e se
ne va ovviamente alice aveva ragione quello che mi chiedeva era di assumermi
nell’attualità la responsabilità per l’accaduto e per procura
la responsabilità come dire di tutti i genitori che l’avevano abbandonata no quindi del danno che originariamente aveva subito una lei bambina non perché
si era ripetuto facendo il suo ingresso nella stanza d’analisi avremmo passato alcune sedute su questi
temi e ad un certo punto in uno spazio di maggior tranquillità sarebbe diventato possibile parlare del dolore
nel senso di mortificazione della rabbia che le aveva provocato facendola sentire
rifiutata umiliata e disperatamente sola emozioni ancora poco percorribili ma che
in quel momento la tenuta del legame analitico aveva consentito di accostare in un regime di sicurezza ci volevamo
bene non lo so c’era qualcosa che ci teneva insieme
salto era divenuto così possibile accennare
alla pausa estiva sempre più vicina come evento organizzatore di un’angoscia
separativa però possiamo pensare che quando nella relazione tra paziente e
analista si realizzano degli scotomi percettivi all’uci musici
cominciavo a ipotizzare questo nella vicenda di una alice mi sa che il fumo
un quarto d’ora è sua che si fuma anche lei il quarto d’ora in qualche misura stia entrando nel campo l’ombra di una
traumatizzazione precoce l’analista può trovarsi costretto a una regressione
formale del proprio funzionamento in sedute ad essere trascinato in un enactment enactment che può
darsi come l’unica condizione in grado di dare parole come dare corpo a un
fallimento traumatico della relazione primaria e qui arriviamo diciamo al clou del della questione durante l’estate
alice mi chiama qualche volta per raccontarmi di alcune difficoltà
la paziente chiama da sempre all’inizio dell’analisi mi chiamava
tutti i giorni a tutte le ore per dirmi ho preso una revolver e sto andando da paolo adesso lomazzo oppure
sto prendendo la macchina mi butto dal burrone oppure lei è un pezzo di m
o mi viene a prendere qui io ammazzo mia figlia per cui questi erano i livelli delle telefonate mentre qui l’estate è
apparentemente diversa
la settimana prima della ripresa mi chiede un incontro per che quindi era
tipo non so riprendevo che ne so la settembre la settembre dice mi chiede un incontro per perché
preoccupata e incerta su alcune decisioni imminenti e io accetto le sue
chiamate e mi trovo anche ad accogliere la sua richiesta perché in fondo nella mia reverie il bisogno di quella bambina
di essere tenuta era rimasto vivo dentro di me come filo portante di una
complessa trama di affetti si erano posti a salvaguardia dell’integrità della tessitura emotiva del nostro campo
analitico e quindi di nuovo dopo l’inizio della seduta era passato un
quarto d’ora mi accade un altro fatto curioso
mi capita di guardare l’orologio sul tavolino e mi sembra che l’ora indicata
sia incompatibile con la nostra seduta l’appuntamento in realtà ripercorreva le
consuetudini del nostro tipo preso lunedì alle era lui delle ritrovo a pensare lo guarda
deve essersi rotto quest’estate ma forse non aggiornato all’ora solare cioè ero già fuori
controllo allora l’orologio da polso da realizzo che l’ora indicata è la stessa
a quel punto mi rendo conto di non sapere che ora sia a vendola peraltro appena controllata due volte non mi
oriento guardo ancora il quadrante dell’orologio che continua ad apparirmi come totalmente privo di significato
mentre mi sento cogliere da una stanchezza anomala e mi sembra di non potermi muovere
mi sale una forte angoscia penso d’aver avuto un ictus e quindi sono sta ferma
come una rana al essa visualizzo ad un certo punto dopo un bel po comincio a
visualizzare ma con sgomento con forte angoscia l’immagine tono grafica del mio cervello crivellato di buchi neri esito
della necrosi mi tornano alla mente le tac cerebrali dei pazienti nel reparto di psichiatria
viste un’infinità di volte accompagnavo i pazienti in radiologia
nei sotterranei del pronto soccorso affiancando il radiologo mentre veniva
effettuato l’esame è solo dopo un po il tempo che riesco a uscire da questo
stato ea riprendermi non era stato solo un transitorio
disorientamento temporale ma un vero e proprio annullamento nella dimensione temporale cioè per qualche istante mi
ero in effetti trovate in una dimensione atemporale fuori dal tempo senza e al di là di ogni
coordinata cronologica in cui non solo non ero stata in grado di collocarmi nell’ora giusta ma avevo del tutto
perduto il senso di me stessa e la percezione soggettiva del passare del tempo
cioè non avrei saputo dire quanto tempo fosse trascorso e quanto ne avessimo davanti per cui mi poneva la questione
quando finisce sta seduta non avevo proprio idea mi sono un tempo
immobile e infinito istantaneo sfilacciato un tempo malato ma cosa stava accadendo nella seduta all’inizio
appena arrivata si era sdraiata sul lettino come un pascia col fare spensierato commentando di avere
semplicemente avuto voglia di vedermi la prima sensazione che descriveva era che
ci si fosse appena salutate è già eravamo qui un’estate passata in un software
le vacanze in campagna erano andate molto bene nella prima settimana aveva ospitato cugino da poco
rimasto vedovo e qui mi dice la moglie era una donna gravemente depressa si era
uccisa respirando gas e quindi il tasto cugino sarà stato anche tanto contento mentre erano insieme in queste
dimensioni la settimana con lui era stata molto bella nell’armonia si era sentita viva
eccetera dopo la sua partenza aveva invece fatto un po fatica essendosi trovata con gli amici di un
tempo tutti accoppiati con la sensazione che ci fosse freddezza nei suoi
confronti ora che era separata così aveva scelto altre frequentazioni e insomma riusciva
anche a starsene lassù era riuscita anche a starsene da sola o nell’ascoltare i suoi racconti che avevo
registrato anche come una sorta di monitorizzazione del nostro del nostro legame dove siamo una coppia siamo
separate mi vuoi bene eccetera eccetera mi viene alla mente la sua telefonata di qualche giorno prima in cui mi aveva
detto di sentirsi molto malinconica lassù in campagna nel vedere che tutti
erano in coppia e lei era da sola comunicazione che in quel momento entra in risonanza nella mia mente con
la tragica vicenda della moglie del cugino morta suicida poche settimane prima
ripenso allora a tutte le occasioni in cui nel passato di un’analisi in
costantemente burrascosa era stato necessario fare i conti con la preoccupazione per l’incolumità della
paziente in particolare durante le pause tra le sedute sicuramente le pause grandi natale è stata alice infatti era
continuamente è dominata da una furia incontenibile si ubriacava minacciava di far fuori se stessa e l’ex marito
rischiava costantemente di mettersi in pericolo boh il tempo è ormai lontano in
effetti la paziente oggi gode di maggiore stabilità emotiva e ha conseguito alcune realizzazioni
importanti per la propria vita il riferimento al suicidio della cugina
sembra portare in primo piano qualcosa che pur riecheggiando preoccupazioni del
passato in realtà ne appare nuovo mi chiedo in quel momento se non stia entrando in
scena per la prima volta il racconto di un dolore cioè quello che in precedenza
non era un dolore mentale no che era stato necessario sedare con l’alcol
rianimare con l’incandescenza di una guerriglia personale senza confini riscaldare con una collera
inestinguibile forse adesso bussava alla porta dell’analisi per chiedere spazio e
parola preannunciando l’ingresso della paziente in una
dimensione dell’esperienza più a carattere tra virgolette depressivo vuol dire dell’accettazione ritrovo allora
riconoscerle questa sua nuova capacità di confrontarsi con profondi sentimenti di malinconia e lei sembra accettare il
mio commento aggiungendo di essere anche riuscita a sopportare un’arrabbiatura dell’amica simona potendo pensare le
passerà vado avanti ce l’ha fatta si stampa
prosegue dicendo di avere capito di aver bisogno di un compagno di qualcuno con
cui fare viaggi esperienze non ha più voglia di stare da sola ormai sono anni
che è separata e tutte le sue amiche vanno in giro lei è sempre sola allora
le dico che forse nonostante i nostri contatti telefonici e la relativa tranquillità dell’estate una parte di
lei ha sentito la mancanza di noi due e ha provato un po di rabbia come la metà simona aggiungo che però sta
incominciando ad essere in grado di dar voce a queste emozioni sopportando le sfuriate della sua parte simona equa
inizio alice risponde ai miei commenti riprendendo a parlare di un tema
tormentoso quello delle tre stanze e mi comunica di avere deciso di non
rinnovare il contratto d’affitto di queste tre stanze di casa sua alcuni mesi la paziente passava intere sedute a
congetturare su come eliminare dalla propria casa tre stanze noi facciamo tre
sedute che erano state aggiunte all’abitazione originaria dalla col marito da parte del marito
stesso e per le quali la paziente pagava l’affitto
corrispondenti alla zona notte dei tempi del matrimonio nelle quali non sentiva di poter più abitare
appare piuttosto risoluta dice di avere voglia di una casa tutta sua che quelle
tre stanze le continuano a ricordare l’ex marito e di volerle staccare chiuderà fuori quello spazio alzerà un
muro divisorio in modo da ricavare una stanza tutta per sé e così finalmente
avrà la sua camera come la vuole lei prendo tempo mentre sento affiorare in
me una strana insofferenza commento che in fondo a volte c’è bisogno di
apportare dei cambiamenti concreti per sentire che le cose evolvono lei
risponde che in realtà quella casa e di paolo la è la sempre odia ma visto che per ora dovrà starci almeno spaccare le
tre stanze e aggiunge sempre come resoconto dei pensieri estivi di aver capito che al di
là del problema contingente della rottura del condizionatore rimane il fatto che lei non sopporta il
caldo e quindi ha chiesto al suo capufficio il part time longitudinale più ore durante l’anno con l’estate
libera penso al caldo estivo al caldo di emozioni allo stato brado senza il
condizionatore analisi che aiuta a modulare le temperature al nostro orario longitudinale alla lunga pausa estiva a
malinconie rabbia al suicidio della cucina e così provo a dirle certo
l’estate è incandescente ci sono tante emozioni a cui dovuto ha dovuto far fronte da sola senza l’aiuto
dell’analisi cui alice mi interrompe e mi comunica di avere anche deciso di
passare a due sedute dicendo di sentirsi meglio e soprattutto di non avere più voglia di trascorrere la settimana a
piangere cede alle lacrime e commenta che l’analisi è troppo faticosa e che
tutte le volte che viene in seduta poi piange allora passerebbe a due sedute
per fare meno fatica per piangere meno rispondo che certo quello delle due
sedute può essere un progetto ma che per ora mi sembra presto si arrabbia aggiungo che altrimenti corriamo il
rischio di trattare la nostra analisi le nostre tre sedute come quelle tre stanze
che vorrebbe tagliare via perché è vero che ha bisogno di una sua casa con spazi nuovi in sintonia con le nuove esigenze
ma a casa le stanze di cui parliamo non hanno soltanto a che fare con la casa
della sua realtà esterna nella miniera veri incominciano a
ritornare tutte le diverse occasioni in cui era comparsa la questione delle tre stanze le tre stanze del matrimonio
naufragato stanze inabitabili ma anche le tre sedute è già in passato erano
state le tre stanze di cui voleva sbarazzarsi ma anche il luogo in cui si era sentita bene stanzi sedute che
spesso erano state teatro di negoziazioni campo di battaglia muro del pianto ma anche stanze sulle quali aveva
potuto contare in cui si era sentita accolta protetta tenuta allora come mai
i mesi si era imposto questo tema e successivamente a quest ultima pausa estiva in particolar modo il problema
delle tre stanze si era prepotentemente riaffacciato perché questa proposta
richiesta di ridurre il numero delle stanze il numero delle sedute certo in questo tema sembrava entrare la
difficoltà da parte di alice di tollerare la dipendenza tanto quella implicata nei legami della vita quanto
quella necessaria nel legame analitico una sua parte guerriera costretta dalle gravi carenze originarie a far da sola
ea combattere sempre pareva riattivarsi ad ogni pausa dell’analisi e ad ogni mancanza di un isola nella relazione con
me per la guerriera era stato difficile riconoscere che ogni volta che cercava
di farmi fuori per esempio quella richiesta di ridurre le sedute a farne le spese era la sua parte più bisognosa
e fragile legata da un vincolo intenso e profondo
gli stessi anhalt pensati in relazione a questa sua parte sempre belligerante
spesso distruttiva potevano risuonare come l’esito gli attacchi sferrati al setting e alla mia mente negli anni
analisi con alice avevo tuttavia fatto l’esperienza che più che interpretarli
era utile accoglierli pur facendole vedere cosa stava succedendo tra di noi il tempo infatti avendo trovato uno
spazio di accoglimento nella relazione analitica la guerrigliera si era fatta più malleabile tenera e affettiva
trasformandosi nell’esperienza che avevamo denominato del gatto al guinzaglio
questa immagine nel condensare tutta l’insofferenza di alice nel sentirsi
tenuta il guinzaglio alludeva anche a un suo bisogno di sicurezza e stabilità
cioè al bisogno come un bottino di ritrovarmi ogni volta pronta ad accoglierla e pronta a prendermi cura di
lei il lavoro intorno alla dipendenza era stato insomma un aspetto centrale nel
corso della nostra analisi e pareva tornare a presentarsi attraverso la richiesta di ridurre il numero delle
sedute e li riparto e o una specie di sogno della veglia incominciano ad
avvicendarsi delle figurazioni numerologiche vero alice non era
pronta per la triangolazione per un per una terzietà si sa ancora per quali per quanto tempo sedute ma perché
compare proprio ora questo mia sento proprio due sedute due stanze o forse il
di noi due forse incominciate ad affacciarsi nella mente di alice bozzo l’idea la
possibilità per una vita possiamo insomma stare in due stare insieme
quell della stanza tutta per sé forse non riesce più a garantire come prima l’omeostasi
consentita da un arroccamento narcisistico forse alice riesce a percepire che quell e abitato
solamente la solitudine da una solitudine intollerabile e se da un lato la mia presenza è ancora ingombrante
nell’aprire voragini di assenza jean sentire il legame espone anche al sentire l’assenza dall’altro lato forse
alice in comincia anche a realizzare che la mia presenza le è necessaria per sentirsi viva
penso alla settimana con il cugino in campagna e forse allora nella richiesta di ridurre le sedute è contenuto il
senso paradossale sia di restaurare una sorta di illusione di autosufficienza narcisistica l’essere sia il desiderio
ritagliarvi all perché quell la stanza tutta per sé toglie il dolore ma
tagliavia tutto e tutti condannando a una solitudine senza speranza e così mi torna alla mente
lenart ment di giugno quando l’aveva mandata agli a minuti prima ho la sensazione che l’ictus di queste
sedute l’account temporale di oggi trovi le sue premesse in quanto era accaduto nella
seduta di giugno la c’era stato qualcosa da tagliar via il quarto d’ora adesso
questo qualcosa stava entrando prepotentemente nella relazione con la forma di una sincope del tempo allora le
aveva tolto un terzo della seduta qualcosa che non aveva ancora potuto trovare spazio dentro la mia mente così
come non aveva mai potuto essere sentito essere sognato essere pensato da alice
che riusciva solo a chiedermi di tagliar via una seduta di tagliar via le lacrime quindi in all’uci nosy in questo senso
del tagliarli a tutte e due abbiamo tagliato via questo dolore che non riuscivamo a pensare a sentire il quale
dolore poteva essere così spaventoso e terribile forse quei minuti di seduta che le
avevo tolto e che non avevano potuto condividere prima dell’estate parlavano di un grumo indistricabile di agoni e
primitive ed i terrori senza nome che alice era stata costretta a sigillare
ricorrendo a un incapsulamento narcisistico sembrava trovare protezione e sicurezza in una solitudine
impermeabile l’uno invece creava solamente l’allucinazione negativa di un
pieno al posto di un vuoto senza fine pensava di essere al sicuro invece era
direttamente in contatto con la tossicità di un vuoto conosciuto ma mai
pensato sconfinato e intollerabile afasico e innominabile
l’uno di un’agonia che anch’io a giugno non avevo potuto pensare ma che
attraverso il blackout temporale sperimentato in questa seduta anticipata poteva ora a cominciare a entrare nella
mia mente alla ricerca disperata di un contenitore la bambina che doveva essere tenuta era
anche una bambina che quando veniva lasciata sola perdeva il senso del tempo il senso di essere se stessa il senso
della vita vado a leggervi soltanto perché chiaramente troppo tardi troppo
denso e poi parleremo l’ultimo sogno
e cioè attraverso una successione di unisoni in
cui ero diventata il buco nero di alice che era entrato attraverso l’ictus i
buchi neri della mia tac era questo buco nero nel ritratto così
trovandomi così ad incarnare il suo dolore più profondo si era creata una sintonia nuova che aveva permesso
l’interpretazione verbale dell’enac perciò è le avevo raccontato quello che mi era successo era stato così possibile
dare parole a quello che era avvenuto nella stanza d’analisi e mostrare ad alice come la luminosa generata dalle
sue angosce di perdite di separazione fosse entrata nella mia mente diciamo le angosce di perdita di tutte e due in
realtà losco toma lucino sigo era divenuto il tempo che le aveva sottratto
nella seduta di giugno e la sua trasformazione in allumino xi il mio black out nella seduta di settembre
mostrando ad alice passo dopo passo quello che era avvenuto dentro la mia mente il suo buco nero da esperienza
mancante si era progressivamente trasformato in un vero e proprio sentimento di mancanza accompagnato da
una nuova e sempre maggiore capacità di sentire e di vivere le emozioni e così
alice aveva potuto sognare e vado alla conclusione mentre si trovava a
camminare a sorta per la città si era imbattuta in una scuola di ballo anche
qui era entrata la stanza era affollata ma la maestrale si era avvicinata e le
aveva proposto di prendere delle lezioni di tango alice aveva accettato trovandosi in poco tempo ad abbandonarsi
tra le braccia di un compagno di ballo fidandosi anche dell’indicazione della maestra di tenere gli occhi chiusi per
la prima volta nel sogno si era accorta di provare un intenso benessere nel vivere l’esperienza di lasciarsi
sostenere e portare da qualcuno nelle sue associazioni al sogno alice aveva
commentato forse sto cominciando a capire che cosa significhi potersi
affidare completamente a un legame quando lei mi ha fatto vedere quello che era successo anche dentro la sua mente
ho capito quello che succede dentro di me quando precipitò nel vuoto e ho
sentito che lei c’era e che potevo contare su di lei
grazie per la passione grazie grazie e te di questa esposizione
di questo caso difficile e così doloroso
anche a portare avanti fa infatti sembra che questo caso sia abbastanza
specchio rispetto
perché benissimo grazie
[Musica]
[Musica]
anche
in questo lavoro con alice ho vissuto come a volte mi è accaduto
anche con altri pazienti però forse con questa paziente più di tutte le forse è difficile dire se più o meno ma
fortemente che cosa significhi l’esperienza del diventare
la verità emotiva come dire del paziente che però è una verità emotiva che si
genera anche nella seduta e che quindi non è mai
facilmente distinguibile rispetto alla sua
provenienza di chi è questa verità emotiva chi è che all angoscia separativa che è che non riesce a
pensare a sentire il dolore nella stanza d’analisi non
è una paziente è l’analista che si fa
venire pure l’ictus insomma come come come si generano queste costruzioni emotive così complesse ea partire da che
cosa certo che quando ci si incontra si deve come dire postulare una
asimmetria anche se noi abbiamo intitolato spaventosi simmetrie ma
si spaventose no cioè la però si si si dà per scontato che l’analista
abbia e in questo senso la simmetria con l’alfa privativo che l’analista abbia
una responsabilità che quella di mantenere un setting che a quella di occuparsi del
paziente chen analista va storto fortissimo è un guaio grossi ne vediamo tanti
però poi superato questo che si dà un po per scontato
entriamo in una dimensione che è quella di due persone che si che si incontrano
e in campo relazionale che chi viene intessuto
nell’essere insieme e quindi poi sparsi a chiedere di chi è tizio di chiacchio
di chi a sempronio diventa una questione un po di lana caprina secondo me l’importante è riuscire come
dire a a trasformare un qualcosa che con cui si parte è arrivare da qualche altra
parte altrimenti il paziente ha buttato via il suo tempo il suo denaro e francamente questo è
peccato con alice l’impressione che oggi poi mi taccio è
che la di averla adottata sostanzialmente oramai ci vediamo una
volta ogni mese così penso che sia molto difficile
chiudere proprio per sempre però nel frattempo naturalmente non ha più bevuto
i figli sono diventati persone adulte sono nella loro vita si è comprata una casa insomma le cose sono andate
dire che sia più felice non lo so credo che abbia un nucleo suo profondo di
dolore che nessuno le toglierà mai però siamo usciti dal pantano in qualche modo
grazie
prima cosa vi ringrazio e vi dico da che punto di vista sto osservando
ascoltato quello che con molta profondità e e competenza ci aveva
raccontato in psicologia del trans un attenta
[Musica] come di legare una dimensione
immaginativa a quello che viene che avviene nel fondo
della relazione affettiva cognitiva e prodo mentale direbbe io dei due
partecipanti e li usa gli alchimisti che hanno descritto dei processi
immaginativi è un libro che ho sentito sempre mi piace moltissimo però questa dimensione
immaginativa lo sentiva antiga lontana da me almeno
mentre è interessantissima la prima parte di questo libro nel quale io non
ci parla di contagio ci parla del fatto che i due
partecipanti producono un terzo processo che ha delle caratteristiche che lui
tenta di descrivere questo questo l’ho anticipato per dirvi
che ho letto il vostro apporto da questa prospettiva
e voi l’avete proposto con un linguaggio per noi presenti per me presente più
accessibile attraverso il racconto di bio
attraverso l’idea delle trasformazioni [Musica]
e questo credo che sia la cosa che ho apprezzato di più la collega invece ci ha fatto vedere come questo avviene in
pratica e ci ha fatto ci ha portato al fondo della nostra esperienza di
analisti a quella sofferenza quella che voi chiamate spaventose simmetria che
noi dobbiamo incontrare digerire sognare digerire e qualche volta
trasformare in pensieri e in immaginazione
quindi da questo punto di vista mi sembra che avete ci avete dato delle
piste delle per dare un nome ad alcune esperienze
la domanda è non è che siamo è una domanda vera non è storico tra non c’è
sempre il rischio che noi cerchiamo di dare delle parole a qualcosa che è misterioso esempio c’è una parte
misteriosa di cui ci ha portato la coscia parlava la collega ed è quella
dell’adozione attraverso quella parola adozione ci sta dicendo di un’esperienza
che da qualche altra parte è stata decisa non nella sua mente non nella
mente della paziente ma che è avvenuta c’è un queen per cui lei si adottava
questo paziente ma non non solo la paziente della mattina alle insomma
ecco questa zona è una zona che se fosse con noi è significativa
qualcosa che va oltre quello che noi riusciamo a pensare la domanda
[Risate] ma anche rabbia
parto dalla parte più semplice della delle considerazioni interessantissime condivisibilissime
che sono state fatte a me piace moltissimo psicologia del
transfer yun jung in psicologia del transfer
beh innanzitutto anticipa la concezione di identificazione proiettiva della plaine
scopre identificazione proiettiva forse in anticipo adesso non ricordo
esattamente le date ma mi sempre in anticipo rispetto a note su alcuni meccanismi schizzo
anticipa il concetto di camp analitico
è di questa terza età in su be on
riesce anche l’analista chiudere gli occhi si spoglia di memoria dice di un
desiderio questa è l’attitudine d’ascolto dell’analista comprensione
percezione sensoriale che dobbiamo essere uno stato quasi discolpa scettico no
perché è questa condizione dice be on che permette all’analista
l’intuizione del all’intuizione cioè l’intuizione diventa uno strumento nella
cassetta degli attrezzi analisti ma non solo alla all’intuizione agli atti di fede
ma il mio modo di intendere gli atti di fede per bion è di pensare che
dobbiamo avere fede possiamo avere fede che qualsiasi cosa quando siamo in
quella condizione ci passi per la testa sia la cosa anche più strampalata del
mondo a che fare con qualcosa che sta accadendo nella relazione in quel momento
minimi mi viene in mente la vacanza al mare è quella cosa deve aver fede che abbia a
che fare con qualcosa che avviene in quel momento nella comunicazione tra nel pezzetto
alla volta la parola fede me veniva in mente una frase di young che mi ritorna
sempre credo che ne parla in psicologia e religione e dice quello che noi possiamo
dare al paziente non dare materialmente dovremmo disporre e sede fiducia
speranza e conoscenza e successivo mi faceva pensare a questo
ma fede non come dimensione religiosa come sentire che quello che ci accade
prescinde anche da noi
volevo poter rispondere sia la questione della fede che alla
questione della misteriosità so se esista questa parola del mistero insomma che
che può per esempio avvolgere il tema dell’adozione no da
dove è uscita stiria dell’adozione chi la pensa l’abbiamo costruita insieme non lo so per dirvi che
io non ho una risposta su questo credo però
capirete perché dunque questa paziente all’inizio dell’analisi
o meglio il primo giorno di consultazione è arrivata completamente
ubriaca lei non ha conservato alcun ricordo di quel primo incontro perché era aveva l’andatura stella dell’ubriaco
per cui mi sono trovata come dire a pilotarla no verso la stanza ad analisi
potete capire il tipo di incontro che però diciamo avuto un suo perché
fate voi ha accettato le tre sedute in qualche modo dopo un po il primo diciamo fenomeno shock parlando
del mistero perché mi sono affezionata a questa sfida del mistero e stato questo che io una notte faccio
un sogno non so se posso entrare con una piccola ampliamento del lavoro che faccio un sogno che
mi trovo dei vermi neri che percorrono il dorso delle mie mani sotto
pelle e che creano come delle specie di di canali sotto sotto pelle di questi
vermi neri il sogno che inizia in modo inquietante poi evolve comincio a
pensare che siano in realtà i vermi dei
gerani che ho sul davanzale e allora nel sogno comincio a pensare
che questi vermi sicuramente verranno
debellati grazie all’aiuto di un giardiniere nel sogno penso al
giardiniere dell’ospedale io lavoravo in ospedale all’epoca che noi chiamavamo lo
psico giardiniere perché lui ci sembrava così curava le
piante dell’ospedale con un’attitudine psicoterapeutica che io ho sempre ammirato in l’altro pur senza avere
nessuna preparazione era era straordinario nello spiegarci come si doveva gestire e trattare una pianta dal
cedro gigantesco del libano che avevamo in ospedale al fiorellino di campo quindi nel sogno entra questa funzione
giardi psico il giardiniere e qua mi fermo la mattina dopo vado in sedute
alice mi dice ma lo sa stanotte ho fatto un sogno ma strano ma strano ma brutto
insegnato che avevo dei vermi neri sul dorso delle mani e che camminavano sotto
l e creavano come dei tunnel neri sul dorso delle mani che paura ma questo è
stato l’incipit con alice delle tre sedute
come mai che cosa era che fenomeno era io ho scritto anche un lavoretto un
quarzi googlato francamente pensandoci oggi però certo insomma c’è un campo no siamo lì
quello che sembrava differenziare i due sogni era che io avevo fatto quel sogno
lì e poi era andata avanti era entrata una sorta di funzione psicoterapeutica nel sogno il primo psico giardiniere che
riuscirà a debellare i vermi no i vermi di questo succhia mento della linfa che
è il tema centrale con questa festa un tema centrale no la impossibilità di stare separate
l’impossibilità di stare insieme la paura di essere risucchiati via nel legame
parassita atti no ma anche l’essere senza linfa non
el altra cosa e vado a chiudere la l’ultimo sogno che non ho messo perché
ma fa parte del lavoro questo lavoro e ho cominciato a
scriverlo in una sorta di curioso diciamo in una dissolvenza costante tra
edvard munch e alice perché ho ho proposto di
prendere considerazione i pazienti munch e a mio avviso alice una paziente moore ma lasciamo perdere è lunghissimo però
la cosa particolare è stata che un giorno
mentre io lavoravo sulla norvegia in qualche modo alice mi dice
ho sognato che andava a fare un viaggio in norvegia quindi è indubbio che tra me e alice
qualcosa di grosso sia la partita era grossa
lasciamolo nel mistero così però come si fa a non adottare
paziente così che prima era una tigre ma non quella di di blake era una tigre
micidiale a non adottare sia
nel mondo nel nostro mondo c’è un concetto misterioso per me misterioso
che il concetto che sincronicità avvengono delle cose
apparentemente senza legami di causa effetto
che però hanno un legame di significato stiamo spiegando il misterioso come si
può dire attraverso un altro mistero scusa però è come se io in quel
tentativo lo fa e forse quello che che mi veniva in mente
pensando anche a bio cioè quando bion parla di o
ci sto parlando dell’inconoscibile ma di un conoscibili inconoscibile che esiste
e che produce delle trasformazioni proporsi il mistero
dal punto di vista della teoria di bio sta in quella zona linz
c’è qualcosa di esistente che noi non possiamo conoscere che
produce però dei fatti degli eventi e questo da questa prospettiva lo
racconto della collega ci fa vedere tutto lo sforzo che noi
che lei sta facendo avendo fede secondo moltissimo del fatto che
quel quarto d’ora in cui lei mandato via la paziente non fosse una reazione rabbiosa sua
c’era se lamela sua mente si fosse chiusa nel
nel tema della colpa sono colpevole quel significato non sarebbe uscita se
invece la fiducia che quell’evento abbiamo appena avuto un significato nella vostra
relazione è qualcosa che ha prodotto poi tutta l’immaginazione che è venuta dopo
credo [Musica]
a questo punto io penserei che se siete d’accordo
anche i colleghi sono d’accordo vorrei
di dare la parola ai fan di marco che aveva preparato
una delle sue riflessioni molto interessanti
su antonia pozzi veramente molto molto interessanti e quindi
se tutti siamo in grado di aiutare a
faccia facciamola kasami che
ha sì sì allora faremo da adesso cinque
minuti di pausa per poi riprendere i lavori con iva di marco che ci parlerà
di antonia pozzi a tra poco uno dei più bravi dei migliori ma poi
non si sa che sono tutti bravissimi e quindi oggi ci parlerà appunto in
collegamento con quanto scritto su libero spaventose simmetrie di
antonia pozzi [Musica]
ringrazio per la generosa presentazione della dottoressa canalina è un po di
ansia perché insomma siamo avanti nella presentazione vuoi parlare dopo i giganti
tuffo non è facile per smorzare un po
insomma il momento pare nziano della presentazione di ringraziare il presidente ma per gli scherzi di
ringraziare appunto dottoressa cannavina che mi ha coinvolto in questa iniziativa e che insieme al dottor accettella che
mi ha seguito passo passo già coordinate insieme al collega dottor serrano e
quindi per me è molto bello essere qui sono emozionato e insomma spero che quello che la lettura del libro di cui
primo ringraziato insomma gli autori in privato ma ringrazio anche per gli spunti ci hanno dato oggi
ecco mi ha talmente colpito che proprio appunto lo studio del libro stesso un po collegandomi alla citazione di bion
dottoresse diventato un’esperienza di studio infatti loro proprio insomma riempito di tutto note
e siccome durante l’anno accademico ci sono stati tanti stimoli anche qui al
civ in fatto di tavole rotonde giornate di studio laboratori e lezioni
molte delle cose che abbiamo fatto mi hanno colpito e quindi poi nella lettura nello studio di full simmetria insomma
si sono depositate delle riflessioni e poi è successo che mi sono insomma mi
hanno accolto in un’associazione di promozione culturale di giovani siamo alla pagina bianca
e qui come mio primo articolo mi hanno detto ma ci sono eventi che ci puoi portare effetti posso parlarvi un potere
la mia prima esperienza appunto di dialogo qui al cibo e quindi con la
scusa ho scritto queste riflessioni sono diventato un breve articolo che poi appunto questa associazione ha
messo online hanno condiviso con una rivista che si chiama lanterna e quindi
poi mi sono ritrovato più per con degli spunti con un vero e proprio insomma lavoro o integrato e oggi ho provato
anche a unire con le riflessioni di maniche oldoini insomma anche ulteriori
reverie che mi hanno suscitato i loro interventi ecco uno su tutti il concetto di
simmetria simmetrie venuto fuori molte volte in effetti
collegandone diceva poco fa outlet oldoini e questi fenomeni sincroni
cistici insomma questo trovare delle simmetrie tra quello che succede a noi quello che succede al paziente nel mondo
reale e nel mondo delle idee diciamo è qualcosa che fa paura in effetti il
senso paura che non tanto perché con un’accezione negativa però lascia come
un po esterrefatti stupiti e tra l’altro questo è un concetto molto
antico di questo terrore perché in effetti in oriente il concetto di simmetria è un qualcosa
che appartiene al mondo degli spiriti del demoniaco insomma romanzo famoso il sogno da camera rossa viene fuori
proprio questa idea che demoniaco perché non è non esiste asimmetria nel mondo umano è infatti invece nel mondo umano
sempre recando nelle parole di oldoini c’è la simmetria della relazione
terapeutica no una simmetria che poi relazionali come louise aron ci riportano nel rapporto di reciprocità
tra il paziente e analista e che però mantiene sempre quella differenza e
dicevo la mia riflessione parte da proprio un capitolo specifico del libro
degli autori che abbiamo qui che è quello dedicato a una poetessa italiana che è morto suicida a soli anni che
antonia pozzi è un capitolo che mi ha colpito per varie ragioni per farla breve insomma
una su tutte che la poesia un qualcosa che appartiene un po la mia vita privata nel senso che è stato un risultato di un
percorso terapeutico adolescenziale che poi piano piano si è strutturato con una scrittura anche
appunto una passione scrivere articoli per hobby per il blog è anche la scrittura creativa ecco
qui già questo insomma è stato uno dei i motivi principali
nel capitolo dopo che viene dato un po la storia di
questa poetessa punto che viveva in una condizione agiata però piena di compromessi sul piano morale e quindi
può in una gabbia dorata nel leggere di questa storia mi è venuta in mente a proposito di reverie un film
che è quello che all’università del professor lingiardi di solito fa vedere
durante il suo corso e quello un’ora sola ti vorrei di alina marazzi che è la figlia di luisa hoepli anch’essa morta
suicida con una storia drammatica alle spalle e mi collega un altro commento di
oggi della dottoressa oldoini quando parlava della sua paziente alice ma di
questo dolore insopportabile di questo dolore profondo che nel suo caso veniva sopperito
dall’alcol in qualche modo questa solitudine esistenziale nel caso di antonia invece essendoci questa
sensibilità questa capacità di mettere le emozioni in una forma non la forma della poesia è come se questo tentativo
che per alice ha portato avanti con l’alcol e invece lei
lo portava avanti quella poesia il problema è che quando mancano in
questo tipo di lavoro di metabolizzare no una sofferenza così
profonda e che lascia così soli anche un modo così elevato come quello della scrittura può lasciare indifesi
e però l’analogia che mi aveva colpito con la storia invece di luisa elli anch’essa come dicevo morta suicida è
che questo reverie del latte no che ho sottolineato manico scrive è la capacità
di oltrepassare la mancanza che si realizza attraverso lo sguardo assente o invadente dell’altro
apparentemente avrebbe potuto essere anche per antonio un modo per farlo però evidentemente è mancato quello scarto
relazionale così è mancato in luisa però ho visto per esempio nel film della
figlia alina marazzi un tentativo di fare questo lavoro sul lutto che ha trasceso anche le generazioni e quindi
questa capacità della reverie dell’arte in qualche modo è andata dica mai passata alla generazione successiva
e una seconda considerazione invece che mi ha colpito mi viene da
dal lavoro che in qualche modo sempre
collegato al rapporto clinico tra paziente e analista e che però in ballo un po un
atteggiamento emotivo e che anche qui insomma perché ha segnato di volta in
volta qui mi sono per adesso tutto vero dottore soldoni quando diceva di affidarsi completamente a un legame e in
questo mi ricollego alle parole invece del dottor manica quando tira in ballo lo psicoanalista tedesco eugen driver
man che afferma parlando senso teologico che è dio che ama per primo ecco in
questo senso quindi anche il terapeuta dice insomma non può essere l’uomo che nella sua finitudine ama per prima
quindi non può essere il paziente che ci deve ricambiare di questo amore in qualche modo quindi un atteggiamento
appunto che è capace di accogliere ed è capace di alimentare questa fede di cui
si parlava prima però ho voluto ribaltare questa posizione insomma che parla di amore no
come capacità di accogliere l’amore come con passione un amore divino
ricollegandomi a un qualcosa che invece uscito durante il laboratorio della dottoressa neri nell’anno accademico del
cibo appena trascorso che è quello del concetto di odio nel controtransfert è
di winnicott e che insomma ha rotto un po una barriera anno c’era questo
mainstream del non poter si lascia contaminare troppo
vissuto che noi proviamo per il paziente invece winnicott ci parla di quest odio obiettivo che si può approvare per il
paziente e che appunto anche avere a che fare con una paziente come alice immaginano manda a quel paese chiama
dice mi ammazzo prenderle è naturale che uno si sente che un
pochino ci sta sulle scatole e lo collega al discorso sul primo da
mare che facevo poco fa perché è come dire è un atteggiamento di
ovviamente che si forma nella prima relazione che sperimentiamo quindi quella con la coppia genitoriale e qui
se non c’è questo atteggiamento di essere il primo ad amare del genitore ma anche il primo ad odiare nel senso non
c’è quella attingere alla materia prima che sono le emozioni che poi il bambino deve strutturare non nei rapporti con
gli altri e questo serve appunto a fare quello scatto insomma collegandomi a oggi che
invece diceva il dottor maniche sulla capacità di portare quella dimensione brodo mentale di be on a un livello di
sperimentabili ta quindi a un livello relazionale umano a un livello tra l’alto rappresentati le
che per esempio per antonia è evidentemente essendo mancato quel quel
legame fondamentale all’inizio con la coppia genitoriale e questo non è non è potuto avvenire
quindi poi il legame è diventato quello che grock sting definisce una conoscenza
negativo o meno km mynos knowledge che significa un po come l’antimateria
qualcosa che manca toglie in assenza quindi se non si può pensare questa
emozione è un qualcosa che attacca il pensiero appunto come direbbe
un passaggio successivo invece questo lo devo al laboratorio alle
elezioni insomma in tante dei dottori cecchini e caputo perché mi hanno fatto
conoscere un autore l’anno scorso che non avevo mai sentito mia ignoranza che charles highcroft charles tra croft che
è un altro romantico insomma come bione che quindi usa molto questi concetti del romanticismo inglese quindi direi in
ballo fede infinito ma poi anche la metafora della capacità negativa del terapeuta ecco mi ha colpito molto il
suo libro della somma l’innocenza dei sogni perché in un passaggio uscita e
prende le parole di darwin quindi uno dice darwin l’organico per eccellenza insomma che ci
può dire sui sogni sull’immaginazione su questa capacità di trasformare invece lui ci riporta questa frase di darwin
che dice l’immaginazione è una delle più elevate facoltà umane sognare nel
migliore esempio come afferma nuovamente jean paul richter il sogno è un’involontaria forma di
poesia e andando avanti su questo filone rai croft
insomma devo ringraziare un altro membro della spi che è venuto qui al cibo nei
mesi passati che gabriele cassullo che è un esegeta dirai croft qui in italia e
che durante una delle sue roma dove a descrivere un caso clinico nell’ottica di questo atteggiamento tra sogni e
immaginazione dirà graf e l’ho fatto portando una metafora che mi è rimasta
molto impressa che quello del traumatico come pastiglie effervescenti nel senso
di questa castigliano che noi quando la buttiamo nell’acqua non la vediamo più per inizi
a lasciare tutte queste bolle queste bollicine no il traumatico quindi diventano tutti quei piccoli microtraumi che non si
possono definire in un qualcosa di specifico e che però nella relazione che
si sviluppa magari come è possibile sia stato per antonia pozzi ha creato tante
piccole lacune tanti piccoli buchi neri che poi nonostante il tentativo di
elaborazione questo è rimasto appunto un tentativo e nient’altro
un ulteriore spunto che insomma collego sempre highcroft è però la valenza
positiva che all art e l’immaginazione letteraria e creativa in generale dell’artista perché ci trovo un link
molto importante con quello che dottor maniche afferma quando parla di divaricazione tra l’io se mondano
dell’artista e l’ios e creatore come se ci fosse non qualcosa che non è propriamente nostro pertiene una
dimensione fuori dalla coscienza sicuramente e però anche fuori da una coscienza
individuale quindi forse anche un po più pertinente a quello che definisce inconscio
collettivo e in questo ecco write off afferma che l’artista è capace fu lui
che è parte dell’universo quindi sta nel mondo ed è capace di assorbirlo nella
sua interezza per poi ricrearlo per distillazione nel proprio lavoro creativo e questo ovviamente cioè una
risorsa molto importante dell’artista ma così anche del del terapeuta dell’analista che poi sul finire di
questo intervento porterò e questo invece ulteriore passaggio che
sempre legato all’esperienza e qui al civ e invece mi viene dal gruppo di ricerca del dottor si parli prima si è
parlato di alchimia e di psicologia della traslazione nel suo gruppo di ricerca
cioè questo dialogo continuo tra jung e beyonce e noi ci siamo occupati di volta
in volta uno dei vari passaggi della psicologia da traslazione quindi dal fonte battesimale l’immersione tutte
questi passaggi che appunto sono le reverie giustamente dicevano dottor maniche di young e il concetto di o come
esperire essere o qui crossing che riprende bion è importante perché è una
sorta di vuoto creativo no anche che però può diventare anche un buco nero
nel senso appunto qual meno k che dicevo prima qualcosa che toglie pensiero toglie qualsiasi cosa di elaborazione
psichica e quindi nel senso della esperienza di antonia pozzi no viene
viene da pensare che questo vuoto potenziale che poteva esserci nella poesia nella sua scrittura nella sua
immaginazione creativa si è diventato un po invece un un qualcosa che l’ha fatta
chiudere in una spirale e poi purtroppo ha portato insomma al suicidio e di
collegato a questo invece c’è il lavoro di civitarese quindi un altro membro
della società psicoanalitica italiana che l’identità di terribile felicità sublime sublimazione unisono nel latte
l’analisi e questo è un lavoro che ho potuto approfondire che mi è risuonato molto con il libro grazie alla
dottoressa gigante che non suo laboratorio appunto tra arte e psicoanalisi mi ha dato modo di riflettere su questi
aspetti e quindi in particolare tra legame che c’è tra sogno e poesia
ancora una volta come straordinaria opportunità ogni volta di avere più punti di vista sul mondo tutte
interpretazioni ma in quanto condivise non arbitraria e questo significa che in
fondo appunto no il lavoro di interpretazione nel momento in cui il sogno si riconosce come quello che come
appunto riprendendo il talmud alla fine l’importanza del sogno è proprio quella
di aprire a questa possibilità di allargare l’orizzonte psichico e vado a
concludere insomma spero di essere già sufficientemente coinciso perché
quest’anno e di questo devo al dottor accettarla insomma dalla scoperta è il
centenario della nascita di antonia pozzi e sono grado dottor accettella
perché proprio il maggio ha segnalato insomma il nostro gruppo dottor stranamore francesco ma in particolare a
me che sapeva mi sarei cura di antonia pozzi questo numero dell’avvenire in cui eugenio giannetta portava un articolo
dedicato alla poetessa e di questo articolo mi ha colpito tantissimo una citazione della biografa di antonia
pozzi che dice così a volte la grande sensibilità si paga sul piano della vita
ma paradossalmente è una risorsa per il mondo per la sua sensibilità antonia
pozzi si è aperta al dolore ma anche alla bellezza del mondo è una frase che mi ha colpito è che mi
ha portato insomma diciamo un ultima riflessione barra domanda che
vi riporto così come l’ho scritta insomma perché non saprei riassumerla in altro modo
se come affermato dagli autori possiamo considerare la nuova psicoanalisi una
psicoanalisi dei contenitori nel gergo di bio se contenere qui
riprendo cividalese vuol dire dare un senso l’esperienza emotiva grezza grazie a un contatto umano con l’altro e se
esprimere scusa ad esse esperire essere o invece come diceva però stings
significa vivere luni sono di un’esperienza emotivamente condivisa si può dire allora che un artista non è
altro che colui che mette il proprio sognare al servizio del prossimo qualcuno che ci consente di incarnare in
un’emozione concetti altrimenti destinati a pagare al di là dell’esperienza e un analista di fronte
all’indicibile della sofferenza altrui non ha forse questo stesso compito grazie a tutti
la ma che direi come sensazione immediata è che sono le e potremo ricominciare
a partire da questi spunti e sollecitazioni un
altro incontro è un altro seminario su su su su temi infiniti
pochissimi spunti il suo show alcune cose che mi hanno molto colpito e il loro partito ed eravamo partiti a
riflettere su antonia pozzi e succo mite su camille claudel proprio un po
chiedendoci come mai la reverie dell’arte non questa funzione sognante
che l’arte ha in qualche modo è che condivide con il sogno non avesse curato
nei antonia pozzi nel camino dall antonia pozzi muore suicida kamiko del
governo finisce la propria vita in manicomio
la risposta che mi è venuta da dare ad esso semplicemente no ascoltando queste
bellissime cose è che sia a camille claudel che ad antonia pozzi è mancato
un analista cioè mancata un’altra mente la reverie
dell’arte senza un’altra mente che generasse in qualche modo in inter
soggettivamente quelle trasformazioni non cura non è
sufficiente possiamo dire in altri termini l’ios e mondano di antonia pozzi e l’ios e
creatore senza la presenza di un’altra mente non possono conversare non dico
integrarsi che essere già una meta illusoria ma non possono conversare in
modo che la parte traumatizzata della personalità venga in qualche modo curata
o trasformata da dalla parte creativa e per questo è necessaria un’altra mente
perché possano ma perché io mi sto e ci stiamo avvicinando a una concezione
diversa del trauma che io penso che il trauma il vero trauma l’essenza sia
placentare è la traumatizzazione dello spazio
dovuto in senso simbolico inter villoso placentale cioè di una intersoggettività
trascendentale predata alla condizione umana direbbe usano cioè noi nasciamo
intersoggettivi soggettività nasce dall intersoggettività
se viene traumatizzata quella condizione intersoggettiva fondamentale non si può
sviluppare una soggettività se non in un modo traumatico l’analisi come esperienza
intersoggettiva ricompone quella intersoggettività
in qualche modo originaria e predata all’essere umano è per questo che allora
alla anche all’artista serve un’altra mente no se il trauma ha leso no quella
quella intersoggettività di base questo alda merini
[Musica] certo è bellissimo il riferimento
all’odio del kontron transfer due cose in un concetto di campo io incomincia ad
avere fare un po di fatica a stare dentro a transfer e contro transfer o li
scrivo tutti e due assieme o un po difficile è certo che transitano
nella bionaz sostituito nella psicoanalisi alla meta psicologia delle pulsioni una meta pro sicolo g ha dei
legami e legami sono di amore di odio e di conoscenza non disconosciamo l’odio
no aveva detto una cosa importantissima aveva detto che la funzione dell’odio è
quella di rendere reali i pagani reali gli affetti cioè senza la componente di
odio non diventano reali e addirittura lui diceva che i bambini più deprivati i
bambini più traumatica ti credono con all’odio che all’amore se non si sentono odiati non possono
sentirsi amati e da tutti i buoni motivi anche per cui ho una madre che ha una
madre per odiare il proprio bambino avesse ren cat i o anche di più ci sono ma è chiaro che
questo intrecciarsi dei legami e anche qui e beyoncè l’ha dato un’indicazione
fondamentale io penso sulla reverie cioè esistono non sempre la reverie è
possibile esistono aree veri positive e reverie negative cioè esistono delle
reverie che sono dei giochini mentali dell’analista da quale dobbiamo guardarci è uno dei criteri per cui
beyond diceva che la reverie a sé positiva è che deve avere a che fare con l ho h cioè con l’amore o con l’odio che
con un’esperienza emotivamente significativa per l’analista se la
reverie a che fare con una nostra esperienza è veramente significativa
possiamo avere una sufficiente fiducia che sia una reverie positiva se no
veramente rischiamo che sia un gioco un pò stereotipo in cui raccontiamo il film
raccontiamo quello che abbiamo letto facciamo una libera associazione di quel tipo ma che non ha nulla a che fare con
quanto sta emotivamente succedendo no io credo che questo sia stato uno una delle
grandi intuizioni al di là di tutto di freud che è che vengano che l’analisi a
che fare con l’esperienza emotiva no non sa soltanto che fare con il pensiero [Musica]
intanto grazie tante è stata una cosa che mi è piaciuta da morire come sima
momenti bravissimo per questa capacità di espandere che credo sia la grande sfida
del mondo psicoanalitico di oggi la capacità di espandere di andare al di là del testo di muoversi facendo entrare
nuove nuove configurazioni quindi mi sembra anche il segnale di una mente
fertile creativa grazie mi aggancio per dire una cosa
piccolissima a proposito della funzione terapeutica
del dell’arte visto che è entrato il tema no del
grande interrogativo ma perché no antonia pozzi che era una mente sublime
e mi aggancio perché nel lavoro io ho raccontato di edvard munch
perché raccontava nei suoi diari di avere avuto bisogno di disegnare e
dipingere le scene della propria vita per cercare un sollievo e motivo la scena per
esempio della morte della sorella sophie credo che sia una delle scene più rappresentate in
termini iconografici da ci sono naturalmente i quadri sono i
disegni ci sono racconti nei di un n nel suo diario e
lui raccontava che ogni volta che dire no doveva
era abitato da pressioni emotive intollerabili no cercava attraverso la
raffigurazione iconica no cercava un sollievo no ma è questo lato avanti per tutta la sua vita
quando però poi disegnare non dava sollievo lui cercava qualcosa di più e allora
aveva introdotto il metodo della cura da cavallo e che
consisteva nel prendere i propri quadri esporli alle intemperie sono cose che si
sanno dico cose già note sperando che le intemperie
ne facessero qualcosa non c’è quindi che potessero operare a loro volta un lavoro
su quello che certamente erano i quadri ma penso che fosse prima di ogni altra
cosa la ricerca di un contenitore di una funzione altra no che la raffigurazione
pittorica non riusciva a realizzare fino in fondo fino ad arrivare al usarle come
pentole come come scusate come coperchi sulle pentole in ebollizione sperando
che il calore del dell’ebollizione anche lì lavorasse non sui colori ci facesse
qualche cosa e quindi la ricerca disperata di una funzione curativa veramente anche attraverso questi
espedienti veramente curiosi oggi fanno incomparabile vi dire pensare che opere
straordinarie potessero essere usate o lasciate nella neve per per tutto l’inverno sotto il diluvio insomma della
della naturalmente sempre parlando di oslo quindi insomma non di capri ed
infine arrivare insomma al culmine di questa
impasse nella nel cercare funzioni trasformative attraverso no le
competenze oniriche artisti che arrivavano i ricoveri in psichiatria
quindi quando proprio proprio arrivava al culmine e c’era soltanto ricovero fino per tutta la vita fino a fino a che
sappiamo che morirà solo nella sua tenuta di kelley
un po avendo fallito se vogliamo un non è morto suicida ma è
morto [Musica] solo in questa prospettiva
così parziale scacco non è nella possibilità di usare l’arte come
come funzione oniro poetica della mente
e poi fa odio nel controtransfert al di là di come lo chiamiamo
introduce una questione che è quella della
non so come dirlo dell’autenticità di un legame
il paziente grave sente molto molto fortemente
molto nell’immediatezza quello che l’analista sta provando e allora bisogna
essere lì con tutto quello che ci succede chiamiamolo controtransfert chiamiamolo qualsiasi altra cosa io ma
parola non saprei ma winnicott aveva questi termini a disposizione e poi non
li usava cioè lui lì gli usa per per i suoi saggi ma ma poi precedeva per altre
vie soprattutto per la via dell’intuizione parlava di transfert e controtransfert
man infilava dentro poi l’ambiente e ciò che si creava lì su cui transfer fino a un certo punto comunque sì sì odiato
molto alice ce lo stiamo detto
anche stati anche momenti un po come dire da
mercato del pesce tra di noi e
[Musica] ce l’abbiamo fatta [Musica]
la piccola aggiunta sulla scorta cioè beh penso che siano importanti no che i momenti anche in cui
riveliamo al paziente i nostri sentimenti di rabbia o di o di odio cioè
io ricordo passaggi di di analisi no in cui questi sono stati sono diventati dei
momenti fondamentali di snodo perché come dice maria grazia
penso che contribuiscano a al senso di
autenticità che ha il nostro legame con il paziente che non è questa questo
finto buonismo sono veri e autentici sentimenti positivi sono veri e autentici
sentimenti negativi [Musica]
è in grado di farci ascoltare delle cose molto interessanti e quindi di
stimolare tutti noi e ad ulteriori riflessioni quindi
mi rivolgo a francesco servano anche in
questo momento si sta seguendo online e quindi lo
inviterei a annunciarci il suo intervento buongiorno
a tutti grazie grazie agli autori per quello che considero un prezioso contributo ea
dottoressa canaline accettella perché hanno permesso insomma di di farlo conoscere e non ho un reale intervento
ma due domande molto al volo una su due capitoli del libro che ho letto che mi
hanno colpito molto il primo è la storia di greta e parlando di creta vorrei
vorrei che non ho fatto inevitabile non compararla con la storia
di alice insomma per quanto riguarda il trauma allora domanda era qual è il confine del
trauma e come nella relazione intersoggettiva con l’analista
l’analista può attivare quello che lei considera nel nel capitolo che ho letto di creta
l’elemento vitale insito nel trauma stesso che può dare diciamo può essere
una può generare una nuova azione diciamo di cambiamento e di e di
evoluzione la seconda domanda
e del capitolo successivo quello di sulla psicoanalisi da contenitore da
contenuto al contenitore e lì il dottor manica dice a un certo
punto la mia idea sullo stato attuale della psicanalisi consiste nel pensiero ancora transitorio
che il metodo sia frau dia freudiano la tecnica cioè il confronto con la clinica
sia diciamo abbia delle anime fair e ntia negli unghia ne è la parte della
metapsicologia sia essenzialmente è senza dubbio bion jana ecco vorrei un
approfondimento su questo grazie mille grazie a lei come comincerai concreta
non so se così riesco a rispondere esattamente all’alba alla sua domanda il caso di
varietà mi ha insegnato tantissime cose
io non so se sia necessario riassumerlo comunque vado veloce
la prima è stato quello di resistere di
resistere in una condizione in cui tutto quello che io avevo in mano in
termini di competenze chico analitiche e in termini anche di competenze umane
emotive e relazionali mi sembrava messo costantemente alla prova
sia perché non funzionava e sia perché mi terrorizzava
a partire dal primo incontro in cui io ho provato un terrore allo stato puro e
un senso di responsabilità sconvolgente perché ho lasciato uscire una persona in stato
confusionale dopo due tipo ore di visita nel
momento in cui mi ha garantito che il padre ragione ad aspettarla entro in questo dettaglio particolare perché
questa preoccupazione questo senso di responsabilità hanno accompagnato due anni interi di lavoro con greta che
vedevo volte alla settimana e che non ha mai pagato una seduta perché era
in condizioni di miseria a parte la famiglia era in condizioni di
miseria ma lei stessa a causa della questa malattia che sembrava una
malattia psichiatrica più che della personalità quasi del
funzionamento psichico di base la seconda cosa che mi ha insegnato è
stato quello di non domandarmi che diagnosi a questo paziente o questa
paziente ma di domandarmi ce la faccio ce la facciamo non ce la facciamo con le
risorse che io e lei possiamo mettere in campo ce la facciamo ad andare da qualche parte o no
questo lavoro che io un ricatto di una certa rivista ha subito un mille
traversie perché mi veniva contestato che non mi ero
posta il problema della diagnosi e ed è vero non vero sono poi arrivava come un
fatto così accessorio ma quello che più contava era che contenitore no possiamo
mettere in campo in questo pasticcio pazzesco di questa ragazza che non
capivo neanche bene no se sarebbe arrivata viva alla seduta dopo quello che ha funzionato è stato a
posteriori la esserci stata sempre vorrei dirvi che ha funzionato qualche
miracolo qualche piroetta tecnica qualche
intuizione sconvolge no non c’è stato niente di sconvolgente niente di miracoloso ma quello che ha funzionato è
stata la tenuta della relazione che nonostante tutto sia creata e la fiducia
del potere ritrovare greta in qualche momento anche i magari cinque minuti su
in ogni seduta sedute alcune delle quali si sono svolte per terra con noi
due sedute per terra dove il messaggio è stato va bene greta non si chiamava greta ovviamente siamo sedute per terra
evidentemente più basso di così non possiamo non possiamo cadere per cui è stata una cosa molto molto
pesante credo che il caso di greta
si descriva che cosa si può immaginare di mettere in campo quando c’è uno
sviluppo traumatico severo e profondo sia sul versante delle funzioni materne
sia sul versante delle competenze paterne dove c’era una madre che era una bambina una bambina bisognosa e
traumatica e un padre che aveva delle sorti una sorta di confusione delle
lingue per cui trattava greta come una fidanzata procace greta è bellissima
è proprio una lolita nel senso che è una che ti giri se passa e fin da bambina
era era bellissima e questo ha eccitato il padre per cui greta era inguaiata su
tutti i lati e allora forse quello che ha funzionato ma c’è un forse gigantesco
per peluso è stato insomma io ero quasi un’anonima quasi
magia cioè una figura non portatrice la paradossalmente l’analista
ma non portatrice di di minacce serie per lei ma tutto il
mondo era una minaccia sicché porosa e senza senza confini oggi
greta in corso in ospedale si è trasferita in un’altra città e
ogni tanto mi telefona per darmi degli aggiornamenti prende ancora una terapia farmacologica
una base di stabilizzatori dell’umore sostanzialmente e
sta vivendo rimane una persona con una vulnerabilità
relazionale mostruosa e quindi è inguaia tissima nei suoi legami sentimentali
però tiene avanti vive si mantiene non so
forse devo un po a guardare a queste cose che sono possono apparire grossolane però sono anche questi
parametri che studiamo inter davanti insomma perché le capacità taumaturgiche
al di là dei nei nostri sogni ad occhi aperti non ci sono rimane una persona
dove il trauma nello sviluppo originario ha
giocato un ruolo pesantissimo nel poter diventare una persona intera
insomma quindi rimane persona fragilissima
di certo modo sì sì la ringrazio molto il termine che che lei ha usato era
speranza da parte di nel testo di di greta ea me vien e
perseveranza cioè dall altra parte quindi sì grazie forse a me
grazie per per l’altra domanda anche qui potremmo ricco
ricominciato ziel una materia d’asilo per cui sarò
mi rendo conto [Musica] estremamente sintetico e quindi anche
insoddisfacente nella mia risposta penso che il metodo sia freudiano nel
senso che fa ci ha indicato una via per la psicoanalisi che l’indagine dei
processi psichici inconsci certo anche attraverso le cose che ho detto stamattina la concezione di inconscio
note di cui disponiamo oggi forse è un po diversa dalla dalla concezione di dvd
inconscio freudiano bion ha ribaltato no quella famosa
affermazione di froidevaux esma rasoli cardin cioè laddove era lesto vera
l’inconscio dovrà esserci il conscio dovrà esserci la coscienza biondi ce
l’ha dov’era beta cioè dove era l’esperienza proto emotiva e proto
sensoriale primaria cella dove era un conscio traumatico dovrà esserci alfa
che dovrà esserci il sogno dovrà esserci l’inconscio cioè ribalta la prospettiva freudiana cioè
compito dell’analisi non è di prendere conscio il paziente ma aiutarlo ad
incocciare aiutarlo a sognare a svolgere questo lavoro psicologico inconscio
importantissimo che è che quello del sogno in questo senso allora è vero che
cambia la tecnica l’interpretazione con le sue funzioni però non è l’unico
strumento e la via principale è lo strumento principale a disposizione dell’analista ci vuole uno strumento che
aiuti a sviluppare di inconscio nella seduta e l’inconscio del paziente e
inconscio dell’analista e allora saranno altri strumenti intuiti in qualche modo
da terence hill tenersi aveva parlato soprattutto di fatto empatia
sintonizzazione no emotiva dell’analista quelle parti traumatizzate del paziente
analisi reciproca aveva perso un pal confine ma anche lì
l’analisi reciproca era stata un’intuizione del campo no di come si deve assottigliare questo confine a
volte no tra la mente del del paziente la mente dell’analista e come ci siano tutta una serie di emozioni che vengono
cocreate no dalla compartecipazione
paziente analista che poi danno vita a personaggi del sogno che vede del della
seduta che in qualche modo lo incarnano e diventano con di cy young come avevo detto prima che anticipa e forse
suggerisce no aa bion altri strumenti ancora l’intuizione
l’espansione dell’onirico no sognare come dicevo l’interpretazione
costruttiva cioè si sono
composti tutta una serie di strumenti che abbiamo associato no con cui abbiamo
integrato l’interpretazione per cui come dicevamo le capacità di
reverie le capacità negative l’intuizione gli atti di fede le trasformazioni un sogno le
trasformazioni in gioco il linguaggio dell’effettività che cos’è questo questo
linguaggio di occhi lo sa quindi il nostro armamentario diciamo così si è
arricchito grazie a questi contributi in un modo incredibile ci mancano ancora moltissimo perché la metà psicologia e
di un jana perché io penso che la grande innovazione di linguaggio che ha fatto
bion ci permette di liberarci da concetti
troppo saturi perché io ho una certa non solo perché diventa più difficile distinguere transfer e contro transfer
se se guardiamo nella prospettiva di campo ma perché prince le contro transfer sono
carichi di significati predefiniti precostituiti che ci condizionano nella
relazione con il paziente c’è stato veramente un momento in cui io sono una
certa allergia quando siedo controtransfert nessuna piccola orticaria no eh è il prodotto del mio
contro tra mans ma tutto era prodotto del potro france del conto trump neve il passepartout che capiva ogni porta no a
questo livello sono d’accordo con bigon il conto transfer e inconscio quindi non
ne sappiamo nulla se non consideriamo in questa prospettiva nella lista deve tornare dal proprio analista
molto più produttivo il concetto di bio ma che anche lì è
derivato no da far sì che il paziente il nostro miglior collega
dobbiamo fidarci di quello che il paziente ci dice e scegliere no di fare questo percorso
con con questo collega con cui troveremo amore proveremo odio svilupperemo delle
forme di conoscenza grazie grazie a lei
c’è una domanda dal pubblico dal sì dottoressa severoni
la riesce a leggere marco sì sì per dottoressa aldovini all’inizio ha
accennato alle alle allucinazioni luminosi nella sua accezione bio jana
può dirci qualcosa di più grazie simone tieri la lucino xi è un mondo
particolarissimo un termine misterioso che nasce nella psicopatologia quindi in
per descrivere un funzionamento psicotico di fatto bion lo lo prende lo
rigira quindi rimane un termine che come dire
evoca un funzionamento psicotico pensiamo alle allucinazioni no quindi a
fenomeni proiettivi dove un contenuto psichico dentro non ci sta lo sputi fuori e lo
ascolti come se fosse un rumore dall’esterno però poi bion va molto oltre questa accezione
e a me piace molto un aspetto insomma di
questo ventaglio di possibili significati che è quello dello sco toma
bion e che è quello che io ho usato in questo lavoro il tagliar via ma quando
c’è un contenuto mentale emotivo naturalmente in questo caso il dolore ma
che non ti ci sta dentro che non riesci con cui non puoi fare i conti non
soltanto perché addirittura non riesce proprio a sentirlo è talmente
inconcepibile letteralmente che non puoi tenerlo dentro e quindi lo tagli di a
questo diciamo un modo di funzionare psichicamente che è una difesa
naturalmente che cosa fa sul dolore lo trasforma in modo all’uci nosy crow
cielo tagliavia se lo trasformasse in modo delirante di tenterebbe felicità
nel modo maniacale trasformazione maniacale felicità eccetera eccetera la lucino xi in
qualche modo tagliavia viano amava questo questo concetto e lo ha anche
applicato un pochino nel momento in cui ha coniato ha
inventato ha proposto questa questa idea no del lavorare senza memoria senza
desiderio [Musica] nella seduta d’analisi l’analista deve
andare in all’uci nosy e cioè tagliar via il ricordo delle sedute
precedenti l’identità del paziente i desideri che guarisca di guarirlo o di andarsene a fare una passeggiata che ne
sono quindi in questo caso noi vediamo un
punto di vista sulla lucino xi paradossalmente a servizio del lavoro
del lavoro clinico bion diceva soltanto facendo il vuoto si può ospitare
quello che arriverà nella seduta e allora in questo caso la prospettiva
sulla lucino xi non è quella di un fenomeno patologico ma è quella di un esercizio non diceva questo un esercizio
attivo di svuotamento di cuore anima non lo so
della della testa della mente eccetera un esercizio attivo di svuotamento quindi una lucino xi generata
attivamente per liberare lo spazio nel lavoro io uso
sostanzialmente l’idea del dl tagliar via e poi l’idea principale del lavoro che non
ho condiviso con voi perché diventava un incubo la lettura ea quest’anno della
possibilità di transitare dal funzionamento all’uci nosy co
e quindi in cui non c’è spazio per le emozioni ad un funzionamento onirico
quindi del mettere a servizio landucci nosy verso la via della sua abilità una
idea bifronte della lucino xi lu cinosi da un lato guarda verso la psicosi
dall’altro guarda verso l’onirico e allora con fiducia e speranza star lì in
attesa che si possa trasformare un funzionamento a tutti gli effetti
psicotico in qualche cosa invece che che far ripartire le funzioni oniro proietti
che veramente spero di essere stata vagamente
vitale del trauma grazie mille queste sono delle
osservazioni che mi sono venute poco fa letteralmente proprio parlandone con
ivan che effettivamente per young una
delle fonti maggiori di creatività se viene per certi versi conosciuta accolta integrata è l’ombra è
effettivamente facendo una serie di rapide associazioni se mi permette che mina in mente proprio che a pensare a
tutte quelle persone artistiche genialoidi a cui ha scritto che hanno fatto un patto col diavolo che
effettivamente il diavolo può essere una manifestazione di questo bra ma non
controllata anche diavolo come arcani in fondo rappresenta proprio il potere creativo però privo di controllo e
pensando a questi artisti che hanno avuto una fine tragica piaga pensare che
abbiano toccato l’ombra senza però avere nella mente l’altro ovvero per loro le
creazioni artistiche era un qualcosa che a tirare fuori non per condividere ma
per curarsi e che sangue una creazione fatta per curarsi purtroppo a quella punta narcisistica di
insoddisfazione perché io raggiungo il limite della mia auto cura con l’arte ma
raggiunto questo limite io posso scoprire ok non sono abbastanza artistico e
questo mi ammazza che tutta la mia arte pur per quanto
amata e ammirata non mi basta sono due forme di limitazione o non basta a me perché io
sono troppo o non basta a me perché ameeer che non è troppo e allora la
scelta è foriero come diceva lei a farmi spazio di un’altra persona dentro di me
quindi lamiere che non diventa un quasi un
prodotto per me solo per me ma è un qualcosa a cui oggi evocare uno scopo io
penso che sia stato quello che ha portato munch a fare quei gesti cioè cercavo uno scopo alla sua arte senza
riuscire ad avere totalmente in testa larga persona quindi questa persona
diventava il mondo diventavano cose pratiche diventavano appunto questa
sorta di processo all’uci noti co che lei ha detto ovvero io sto cercando un
altro fuori che a me e quindi quest’arco che cosa sono le persone nonno mi fido delle persone non mi amano quindi deve
essere il mondo devono essere i fenomeni atmosferici devono essere che gli oggetti casalinghi quindi è un arte al servizio di un altro
che però non esiste ancora quindi penso che poiché se questi artisti che
incontrò queste fine crati che nella nostra mente hanno condiviso qualcosa col mondo ma nella loro mente
probabilmente non sono mai riusciti a superare questa fase di contatto con
l’ombra senza vederci uno spiraglio di luce grazie
grazie alla ma munch ho visto fallire tutte le sue relazioni
sentimentali con la tu la larsen si sono anche sparati con amputazione di un dito
si massacravano ha vissuto un’infanzia miserabile
dove c’erano questi bambini che si fa davano praticamente da soli e dov’erano
tutti morti non so se si possa poi in realtà non può
riscattarsi la robe così grosse difficile però è vero c’è stata una
figura un’infermiera del reparto di psichiatria di copenaghen durante il ricovero
ospedaliero più lungo quello che ha
[Musica] curato
relazionalmente cioè c’era era affidabile rappresenterà affettuosa lo capiva facevano lunghe passeggiate
insieme poi dopo di che il ricovero è finito perché lui stava meglio è tornato a casa ed è precipitato nuovamente
avrebbe forse dovuto così non so coabita restarvi
bellissimi io li chiamo il grand canyon non so
[Musica] tardissimo tre piccoli insieme associazioni
una proposito dell’ombra certo è necessario rapporto con l’ombra perché
nasca anche l’arte non diciamo come patto del diavolo non c’è
alfa senonchè beta e se non si rinnova beta non ci saranno nuovi alfa per cui
questa dialettica con beta o con l’ombra e qualcosa che deve percorrere no in
qualche modo anche l’evoluzione gli sviluppi del delle nostre esistenze
l’altra di bellissima associazione era mentre parlava mi sono venuti in mente il gioco dello scarabocchio di winnicott
lo squillo ad antonia pozzi ha come ha scritto del è
mancato qualcuno che non componesse al loro posto le loro opere
d’arma che mettesse un trattino una virgola un punto qualcosa per cui no
quel dialogo con l’ombra potesse in qualche in qualche modo in qualche modo
evolve ultima libera associazione marcel di shampoo
questo artista visionario è innovatore diceva i quadri di fanno gli spettatori
ci vuole un altro che che in qualche modo si ha dentro
l’artista e google l’artista possa dialogare per per il quadro di
un’opera veramente creativa volevo ricordare solo una piccola cosa
due piccoli libri di neumann eric neumann che noi indiano non letti tanti
anni fa mi avete fatto non invoglia ad andarla a rileggere su henry moore è
un altro uomo creativo la trasformazione per quello che mi ricordo forse lo sto
costruendo adesso lui si pone è come se l’essere umano un artista non è artefice
della sua arte ma è posseduto da una dimensione collettiva infatti libro si
dice uomo creativo alla trasformazione e lui dice penha della perdita
dell’umanità credo che mi è venuta in mente un’altra cosa di juve non mi ricordo che dice così dice che l’uomo
crede di essere l’artefice delle idee ma l’uomo rischia di esserne consapevole
portavoce delle idee che non produce lui in parte questa cosa mi viene in mente
young quando fa la distinzione tra psicologia e poesia quando fa la
distinzione tra un’opera d’arte di tipo è legata all inconscio personale della persona e quella visionaria quando pesca
diciamo così dall’inconscio collettivo che se hai preso da
[Musica] questo abbia molto a che fare proprio
sulla scia del riconoscimento della collettività potremmo dire l’artista di fatto trova un suo riconoscimento e
quindi un senso anche vitale della parte visionaria della propria opera laddove c’è un collettivo che sa
cogliere quelle porzioni visionarie perché altrimenti e condannato se penso a van gogh questa è
l’operazione che gli succede per esempio questa è la dimensione altra del cosiddetto processo di individuazione di
young che non si tratta solo di un’operazione di sviluppo massimo della personalità dell’individuo ma è qualcosa
che va inevitabilmente a contribuire allo sviluppo della collettività quindi
deve avere necessariamente una ricaduta per la crescita della coscienza collettiva se manca questo elemento qualcosa
fallisce riduciamo l’arte e pensava proprio a
quello scritto di young psicologia e poesia che non credo è possibile pensavo
a come quella la merini e ci sono tante artiste tanti poetesse che pur essendo
state aiutate si sono tolte la vita lo stesso in tanti modi non credo che si
possa ridurre anche se fondamentale e fondativa ma che si possa ricondurre la
sofferenza mentale e si possa sfamarla pensando alla presenza dell’altra mente
alcune volte l’altra meta irraggiungibile sono diventiamo tulliani
a anni riprendiamo più realisti del re
mentre individuale e collettiva anche in questo bio nera un piano in
qualche modo quando parla con altri termini no della relazione del mistico
del genio con il gruppo non può esistere no il mistico non può esistere il genio non può esistere idea nuova un’idea
messianica che prescinda dal riconoscimento e anche dalla
trasformazione del gruppo se si perde in questa relazione e l’india messianica diventa un’idea folle e il gruppo
uccide ogni della nuova
natura e anche a tutti quelli che hanno partecipato da casa che sono stati con
noi anche se non tutti hanno potuto parlare grazie grazie a tutti
certo anch’io ringrazio tantissimo tutti i partecipanti a questa magnifica tavola
rotonda e spero che ci sia un’altra occasione per parlare con i nostri
colleghi manica e oldoini perché la loro letteratura è ampia e
molto molto interessante quindi aspettiamo la loro pensione
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo