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Il significante fa scoccare la scintilla della significazione
Se il segno rappresenta qualcosa per qualcuno, il significante è ciò che rappresenta il soggetto e il significato per un altro significante.
Il significante sorge nel campo dell’Altro e da lì fa sorgere la significazione, formando un tutt’uno con essa il soggetto della significazione.
Nel momento in cui il significante evoca questo soggetto, lo trasforma in un significante ovvero lo pietrifica, il soggetto si trova assorbito dal significante stesso.
Se il significante ha la proprietà di indurre il significato e il soggetto, e inoltre quella di assorbire il soggetto in sé stesso, allora in queste due funzioni noi intravediamo una sorta di effetti oscillanti:
- un battito di apertura (il momento in cui il significante fa sorgere il significato e il soggetto come distinto da sé stesso)
- un battito di chiusura (il significato e il soggetto sono assorbiti nel significante stesso)
Il soggetto sparisce sotto il significante che lo ha chiamato ad essere ed questo ciò che si chiama fading.
Il Vel dell’alienazione
Alienazione non è alienazione nel campo dell’Altro (es: bambino che si aliena nella madre per fuggire dal mondo), ma alienazione nel significante.
Significa incontrare il Vel, fattore letale, il soggetto vede la luce grazie all’effetto di induzione del significante nel campo dell’Altro.
Vede la luce, ma il significante che lo ha generato lo schiaccia.
La via d’uscita da questo scacco è quella di scommettere sulla possibilità agganciandosi ad un altro significante, quello successivo della catena significante dispiegatasi nell’Altro, per uscire dalla latenza allo schiacciamento per trasformare il soggetto in qualcosa di sensato.
Quindi aprirsi all’Altro, secondo significante, terzo, quarto, etc…accettare dunque di muoversi all’interno della catena significante.
Questo può rappresentare una soluzione che trasforma l’essere del soggetto in un essere dotato di senso, ma comunque rappresenta anche una soluzione parziale, che comporta una perdita, una mancanza, un’incompletezza.
Da ricordare che l’alienazione non è la conseguenza patita (pathos) dal soggetto per il fatto di entrare in rapporto con l’altro, ma la conseguenza patita dal soggetto per l’effetto di entrare nella catena significante.
Una posizione di non scelta
Si tratta di un terzo uso della congiunzione disgiuntiva “o”, che non va chiuso con l’uso esclusivo (aut, traduzione latina di “o” nell’uso esclusivo, imperativo) e neanche con l’uso indifferenziato (vel, traduzione latina di “o” non imperativo ).
Esiste una forma di “o” non imperativa (o questo o quello), da non intendersi come aut, è il vel latino.
La riunione e non la somma
Per capire questo terzo uso del vel ci può venire in soccorso l’operazione della riunione degli insiemi.
- A sinistra abbiamo l’insieme dei pirati
- A destra abbiamo l’insieme dei principi
Alcuni principi potevano avere anni passati in cui erano pirati.
es: a sinistra 5 pirati a destra 5 principi di cui 2 sono dei principi che hanno nel loro CV il passato di pirati.
Se sommiamo i due insieme otteniamo 10 unità, mentre se noi facciamo una riunione con gli insieme ci obbliga a contare una sola volta gli elementi in comune nell’insieme: quindi i 2 nobili-pirati debbono essere contati una volta sola (zona di intersezione).
Il risultato finale di questa riunione è non 10, ma 8.
La riunione: è l’insieme degli elementi che appartengono ad A oppure a B, è una somma in cui si perde qualcosa.
Alternative e false alternative
L’esempio più convincente è l’intimazione o la borsa o la vita: riflettendoci sopra si vede che in realtà non si può scegliere l’una o l’altra a piacimento, perché se si sceglie la borsa si perde la vita e con la vita anche la borsa.
In “o” “o” incontriamo una congiunzione disgiuntiva che non ha né il significato disgiuntivo (o vado a Parigi o vado a Roma), né il significato del vel (la minestra la posso mangiare o calda o fredda) indifferentemente, ma ha un terzo significato dove l’alternativa è in realtà una falsa alternativa (se scelgo la borsa perdo anche la vita e quindi anche la borsa), l’unica cosa per cui si può scegliere soltanto di conservare o non conservare è l’unica cosa che si può conservare, ovvero la vita.
Questa alternativa si deve applicare alla formula o l’essere del soggetto (non senso) o il senso (nell’Altro).
Senso e non senso
Il non senso è quello che comunque si perde (la borsa), non si può che scegliere il senso (la vita), ma un senso che si porta con sé una parte di non senso (inconscio, vita decurtata).
L’equivalente della vita senza la borsa è un senso senza la pienezza del senso, perché eroso da un non senso insuperabile, che è lo stesso dell’essere. Ecco perché l’interpretazione in psicoanalisi mira in ultima analisi a ridurre i significanti al non senso; a lasciarli vivere senza annichilirli in un senso impossibile.
Il soggetto S1 nato e schiacciato dal significante non ha possibilità che risorgere nella catena significante S1, S2 che promette al soggetto di risorgere dalle sue macerie trasformandosi in un soggetto di senso.
Questa direzione obbligata equivale ha una riunione, ma una volta che li riuniamo le regole della riunione impongono che gli elementi comuni all’insieme A (S1, pirati) e B (S1, S2 nobili, nobili-pirati) devono essere contati una sola volta perché sono in comune con gli elementi dell’insieme A.
Il prodotto finale avrà perso qualcosa (la borsa) e in questo modo a sinistra si mette in evidenzia il vuoto dell’insieme, perché tutto quello che era l’insieme dei pirati viene a sommarsi nell’intersezione degli elementi in comune, quindi ciò che rimane è il vuoto.
Una lezione del Prof. Carmelo Licitra Rosa per Uninettuno.
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo