In questo articolo
Oltre il modello soggetto-oggetto
Nel precedente articolo abbiamo visto come il senso comune riduca l’esperienza a un rapporto tra soggetto e oggetto. Ma già filosofi come William James e Henri Bergson hanno mostrato che questo schema è insufficiente.
Esperienza e coscienza: dalle origini della filosofia alla fenomenologia

La filosofia come tradizione occidentale La filosofia è una tradizione millenaria che ha plasmato l’identità culturale dell’Occidente. Non è un dettaglio marginale: la nostra storia europea è stata profondamente segnata
Per loro, alla base di ogni rappresentazione cosciente c’è una realtà più profonda, impersonale e anonima: la esperienza pura.
William James: “Does consciousness exist?”
Nel 1904, William James pubblica un saggio destinato a cambiare il corso della filosofia: Does Consciousness Exist? (traducibile come “La coscienza esiste?”).
La sua tesi è sorprendente:
- se intendiamo la coscienza come una sostanza assoluta e separata, la risposta è no
- ciò che esiste realmente è un flusso di esperienza pura, che precede sia il soggetto sia l’oggetto
La coscienza individuale (“io penso, io sento”) non è originaria, ma un effetto dell’esperienza. L’esperienza pura è impersonale, senza proprietà privata, e solo in un secondo momento si organizza in un “io” che dice io sono.
L’urlo del neonato: un esempio concreto
Per comprendere meglio, immaginiamo la scena di un neonato che urla.
- Dal punto di vista del senso comune, quell’urlo è interpretato come la richiesta di cibo: “ho fame”
- Ma in realtà, all’origine, non c’è ancora un soggetto che pensa “io ho fame”. C’è soltanto un evento impersonale: un urlo
La madre, rispondendo con il seno o con il biberon, costituisce retroattivamente quell’urlo come segno di fame, dando forma all’io-bambino.
In questo senso, l’io non è un dato originario, ma un prodotto della relazione e del linguaggio. L’esperienza pura è ciò che accade prima: un orizzonte anonimo che contiene già in sé sia il bambino sia la madre, prima che diventino soggetto e oggetto.
CIPA: Psicoanalisi e stati primitivi/creativi della mente
Consiglio la visione di questo ottimo contributo pubblicato sul canale youtube del CIPA https://youtu.be/coSgevmPxfY?si=xGwuMw8VslrBRNZl Qui la trascrizione del video: Introduzione e Saluti Allora, io saluto tutti e soprattutto i nostri
Bergson e la “pura immagine”
Anche Henri Bergson, amico e contemporaneo di James, elabora una visione simile. Per lui l’esperienza originaria non è fatta di rappresentazioni soggettive, ma di pura immagine.
Prima ancora che ci sia un “io” che percepisce e un “mondo” percepito, c’è un campo di immagini in movimento, un flusso vitale in cui siamo già immersi.
La Teoria Olografica e la Coscienza

La teoria olografica è una proposta affascinante in fisica teorica che suggerisce come l’universo possa essere descritto attraverso informazioni bidimensionali proiettate in tre dimensioni. Parallelamente, il buddhismo offre una visione
Bergson chiama questo approccio empirismo radicale, perché prende sul serio l’esperienza immediata, senza incrostazioni concettuali.
Stati di crisi e affiorare dell’esperienza pura
James e Bergson sottolineano che in alcuni stati limite si può percepire più chiaramente questa dimensione impersonale:
- il moribondo, che descrive una percezione globale e intensificata del mondo,
- chi sperimenta droghe psichedeliche, che sospendono le forme abituali della coscienza,
- le esperienze di déjà-vu, in cui il tempo sembra raddoppiarsi e il presente si fissa,
- situazioni di coma o crisi profonda, in cui le strutture ordinarie dell’io si dissolvono
In tutti questi casi emerge uno strato dell’esperienza che non è ancora individualizzato, che non appartiene a nessuno e che non ha un oggetto preciso: è l’esperienza pura.
Il fascino del paranormale e la ricerca psichica
Un aspetto curioso e poco noto della biografia di William James e Henri Bergson è il loro interesse per i cosiddetti fenomeni psichici.
Entrambi furono membri della Society for Psychical Research, fondata a Londra nel 1882, una delle prime organizzazioni a studiare con rigore fenomeni come la telepatia, la medianità e le esperienze paranormali.
- James dedicò oltre 30 anni allo studio delle medium americane, arrivando a instaurare legami di amicizia e stima con alcune di esse
- Bergson, sostenuto anche dall’interesse della moglie, partecipò a conferenze e ricerche sull’argomento in Francia e Inghilterra
Per loro questi fenomeni non erano semplici curiosità, ma occasioni per mettere alla prova la teoria dell’esperienza pura: se l’esperienza è un campo comune e impersonale, allora non stupisce che possano emergere forme di comunicazione “insolite” che sfuggono al modello classico soggetto-oggetto.
L’anima: con Jung alla scoperta del nostro mistero interiore

L’anima esiste? Il 6 dicembre 2013 prendeva vita una provocazione intellettuale: L’anima non abita più qui. A distanza di dodici anni, la domanda torna, ma sotto forma di dubbio fertile:
Esperienza pura e filosofia come veggenza
Per James, il compito della filosofia è una forma di veggenza: saper risalire dal mondo già costituito (fatto di io, mondo, oggetti) al piano originario in cui tutto questo nasce.
L’esperienza pura è l’orizzonte comune da cui scaturiscono sia la coscienza sia il mondo, e riconoscerla significa comprendere che la vita stessa non appartiene mai solo a noi, ma è un campo condiviso, impersonale, vitale.
Conclusione: un nuovo empirismo
Il contributo di James e Bergson è fondamentale perché ci invita a superare il dualismo tra soggetto e oggetto, e a riconoscere che prima di ogni coscienza c’è già esperienza.
In questo senso, l’esperienza pura non è un concetto astratto, ma una realtà che sperimentiamo nei momenti più radicali della vita, nelle crisi, nelle trasformazioni, negli stati in cui l’io vacilla.

Psicologo clinico, Guida in pratiche Meditative, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica