Il transfert e le passioni
umane
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Lacan seminario VIII: transfert e controtransfert

Condivido alcuni frammenti del Seminario VIII di Lacan.

Di che parlano gli analisti quando oggi parlano di transfert?

Oltre al transfert ciò che è sempre presente in analisi è il contro-transfert, la comunicazione tra gli inconsci è qualcosa di decisivo affinché nell’analista si producano le appercezioni decisive, così l’analista sarebbe informato direttamente di quando avviene nel paziente.

Il postulato è che l’inconscio in quanto tale è inaccessibile alla coscienza, in ogni caso fare esperienza dell’inconscio rende l’inconscio più malleabile.

L’inconscio può essere colto in condizioni molto particolari, una di queste è tramite “il giro dell’Altro” che rende appunto necessaria l’analisi. È dunque sempre attraverso l’inconscio dell’Altro che prende strada l’idea che esiste l’inconscio.

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Per l’analista riconoscere l’inconscio non vuol dire non esser preso dalle passioni, piuttosto a offrirsi al rapporto con l’inconscio sono le spontanee tendenze di vita che Freud intendeva come tendenze sessuali.

Tali tendenze sono catturate dalla catena significante in quanto costitutiva del soggetto dell’inconscio, così anche l’analista è preso da amore/odio, inoltre più egli è analizzato più sarà preso dalle passioni secondo il modo più elementare del rapporto tra i corpi.

Transfert e controtransfert: co-transfert?

La figura dell’analista deve disfarsi dell’immagine popolare dell’apatia che altro non è che una maschera, una forzatura, delle proprie passioni.

Socrate, nel Filebo di Platone, esprime che il desiderio più forte di tutti i desideri debba essere proprio il desiderio di morte, le anime che sono nell’Erebo vi rimangono. Freud sostiene che la ripetizione fondamentale allo sviluppo della vita sia mossa da una pulsione abissale, compatta, che egli chiama pulsione di morte (la necessità del ritorno allo zero, lo zero inanimato).

Senza una disgregazione, separazione, perdita, lutto, morte, non ci sarebbe nessuna evoluzione, perché l’evoluzione in quanto tale implica l’abbandono di una parte di sé (alienazione nella catena significante).

Tale metafora ci permette di accostare la figura dell’analista con quella di Ade, la morte che coinvolge l’analista stesso durante il controtransfert (quello che prova l’analista verso il paziente durante la seduta analitica).

L’effetto di controtransfert è definito normale quando l’analista durante l’introiezione della domanda la comprende a pieno.

Se l’analista non comprende a pieno la domanda e avverte le proiezioni come un oggetto estraneo che lo mette in una singolare posizione di “immondezzazio” il controtransfert non è più considerato propositivo alla relazione analitica.

Pubblicato il
19 Ottobre 2022
Ultima modifica
29 Novembre 2022 - ora: 08:45

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