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Per far uso del web e dei social media ci si deve formare?
Verrebbe da rispondere di No, che per usare il web e la rete non occorre nessuna formazione, basta solo avere la possibilità di accedervi. Tuttavia è proprio qui che si nasconde una trappola culturale che se scatta ci ingabbia in una visione della vita che non è più dettata dalla nostra volontà, ma dalla ideologie dei media e delle agenzie mediali.
La mia prima formazione come Informatico Umanistica mi ha consentito di vedere da vicino l’evoluzione che i nuovi media hanno apportato al nostro vivere, come consulente nella progettazione di strategie di marketing digitale, avendo realizzato centinaia di siti web e aiutato i miei clienti a sviluppare le loro idee, mi sono accorto di come il web possa essere un veicolo per la realizzazione di sé.
Il web, i social media sono un luogo aperto, rappresentano quegli spazi della cultura partecipativa nella quale non esistono barriere di espressione, dove nessuno è obbligato a produrre contenuti, ma tutti sanno che possono farlo. (H. Jenkins)
Il web ha tanti volti, tante porte di accesso, aspetti negativi e positivi, l’uso consapevole e finalizzato allo sviluppo del bene comune, amplificato dalle tecnologie della rete, è sicuramente una potenzialità da tenere di conto.
Educare l’umanità mediale
Oggi l’esistenza ha una dimensione mediale (vivere nei e con i media), una dimensione dell’esistere molto delicata che rischiamo di subire e vivere in modo passivo data la natura non trasparente e pervasiva degli stessi media.
È quindi necessario sviluppare un pensiero critico verso il mondo dei media che volenti o nolenti abitiamo.
Come la tecnologia cambia la mente
Nella mia carriera universitaria ho fatto studi di Psicotecnologie eLa conoscenza è la chiave di volta per la saggezza digitale[1]
Educare ha sempre avuto a che fare con media, perché ogni forma di educazione, così come ogni discorso, ha bisogno di un supporto: dal supporto della parola (era orale), a quello della scrittura (era della stampa), fino al digitale (era elettronica).
Educati dai media
Secondo l’approccio tecnocentrico del determinismo tecnologico, nel corso del tempo, attraverso la spettacolarizzazione crescente, i diversi media hanno modellato le forme e i processi educativi spiazzando l’educazione formale scolastica rimasta un baluardo di una tradizione formale di educazione che se non si rinnova rischia di diventare un “fossile”.
Inconsapevolmente le persone sono sempre più educate dai media, i media non sono trasparenti, hanno un’ideologia di fondo e quasi sempre questa ideologia è rivolta a fini commerciali e capitalistici.
I media tendono a sviluppare un pensiero comune, a uniformare le menti, ad annullare il pensiero critico.
KUM! Festival 2020: La Cura, del Trauma
KUM! La Cura KUM! Festival dedicatoEducare con i media
Integrare i media con le attività didattiche è sicuramente un ottimo modo per ridurre quel Gap di accesso che la scuola può colmare per controbilanciare lo sviluppo accelerato della cultura extra-scolastica.
I media possono essere pensati come strumenti sia adatti all’insegnamento che all’apprendimento, occorre però che la scuola, anche se non è in grado di dotarsi delle più recenti e aggiornate tecnologie di comunicazione, quanto meno riduca la rigidità dei filtri impostati sui vari device, al fine di evitare l’effetto frustrazione nei ragazzi che ne fanno utilizzo.
Educare ai media
Oltre ad essere strumenti di studio, i media possono essere essi stessi oggetti di studio, ed è proprio a questo punto che entra in gioco la Media Education come quel processo formativo il cui scopo è quello di sviluppare nel discente un pensiero critico e consapevole al mondo dei media.
Obiettivo della Media Education è la Media Literacy, alfabetizzazione all’uso dei media e sviluppo di nuove competenze quali:
- gioco
apprendere giocando con i media, apprendere per prove di errore in un ambiente sicuro - simulazione
grazie ai media è possibile simulare aspetti del reale, dunque esercitarsi e apprendere facendo – learning by doing - performance
i media consentono di vivere aspetti del sé e riflettere su di essi, basti pensare a realtà virtuali come second life - appropriazione
i media consentono di manipolare l’informazione stessa che viene da loro offerta per darne una nuova forma attraverso altri media - navigazione transmediale
grazie alla tecnologia dell’ipertesto i media consentono una navigazione trasversale e multimodale - intelligenza collettiva
partecipando in modo collaborativo grazie ai media è possibile coltivare un intelligenza collettiva: l’infosfera - cognizione distribuita
i media amplificano le nostre facoltà cognitive distribuendo la cognizione attraverso reti e database, amplificandone le potenzialità - giudizio
per un uso consapevole dei media - networking
l’abilità di lavoro in rete - multitasking
essere ricettivi a più stimoli contemporaneamente. Personalmente ho qualche dubbio su quanto il multitasking sia una competenza, piuttosto credo che sia un effetto da controbilanciare con la Pratica della Mindfulness
Consapevolezza all’uso dei media
La Media Education ci esorta a riflettere sulla non trasparenza dei media per sviluppare una visione consapevole attraverso una relazione attiva e produttiva con gli stessi media.
Un progetto personale di Media Education
Era il 2014 quando ideai insieme ad alcune colleghe il progetto “Let’s do it – Dalla comunicazione al web. Usare la tecnologia con consapevolezza“.
Dal manifesto del progetto:
Un ciclo di lezioni dedicato a chiunque voglia approfondire il rapporto tra design, web e comunicazione.
La comunicazione contemporanea, soprattutto quella visiva, non può esimersi dall’utilizzo di apparecchi tecnologici, di programmi e applicazioni specifici per comunicare e soprattutto non puo’ non tenere conto del web, questo mondo parallelo che spesso viene sottovalutato e trattato come se esistesse meno perché virtuale. Il web esiste eccome.
Quello che il laboratorio didattico si propone è tracciare una linea rossa che parte dalle basi teoriche e culturali della comunicazione e del design, per arrivare all’utilizzo della tecnologia e del web in modo consapevole ed attivo, perché a volte con un iphone si può creare una campagna pubblicitaria o un video musicale senza perdere di qualità e contenuto. Ma per realizzare questo occorre conoscere bene i mezzi e soprattutto le dinamiche della comunicazione contemporanea.
Indirettamente già all’epoca, pur non conoscendo formalmente la Media Education, tra noi, operatori della rete, era sorta la necessità di diffondere una certa sensibilità all’uso consapevole dei nuovi media.
La società mediale
La nostra mente e il nostro corpo non solo usano i media per potenziare le possibilità comunicative, ma abitano un ambiente mediale.
Quali universi simbolici e linguistici i media permettono ai soggetti di abitare uno spazio comune di tipo relazionale, i media permettono una sintonizzazione comunicativa.
Il web non è solo uno spazio simbolico, è anche un spazio reale nel quale è possibile compiere azioni che producono letteralmente effetti sul reale.
Per questo si parla sempre più di cittadinanza mediale nel passaggio dalla Media Education alla Educazione Mediale.
L’Educazione Mediale
L’Educazione Mediale rappresenta una tappa decisiva per uscire dalla tradizione tecnocentrica che attraversa tutti i modelli di educazione dai, ai, con i media.
La nuova prospettiva non pone il media come centro d’indagine, piuttosto colloca al centro dello studio l’essere umano (visione antropocentrica); i media sono proiettivi, i media siamo noi.
In questo diverso punto di vista non ci si chiede più in che modo possiamo essere educati dai media, piuttosto come sia possibile educarsi con i media, dato che i media siamo noi. Si parla di Meducazione, ciò che viene educato e studiato non sono più i media, ma l’umanità in quanto mediale.
Nella dimensione antropocentrica i media tornano come proiezione dell’umano, prospettiva che i mass-media, caratterizzati dalla loro verticale pervasività (uno verso molti) avevano oscurato.
L’umanità contemporanea torna a fare esperienza delle proprie possibilità di comunicazione, possibilità che si rivelano anche esistenziali.
La Meducazione opera affinché l’umanità mediale sappia utilizzare la tecnologia dei media per poter comunicare con criterio e consapevolezza.
L’obiettivo principale è dunque sviluppare il potenziale creativo degli individui al fine di raggiungere gradi sempre più elevati di espressione di sé.
L’uomo mediale si rappresenta con i media
La Meducazione accompagna il processo della rappresentazione di sé attraverso i media, in ambienti mediali, al fine di attualizzare il progetto umanistico della Bildung (formazione, crescita personale).
Essere mediali ed educarsi ad esserlo significa comprendere che oggi, i media digitali sono la proiezione del dono di sé per gli altri, della propria e altrui libertà, della comprensione attraverso la condivisione.
Bibliografia
H. Jenkins, Culture partecipative e competenze digitali, Guerini, 2019.
1 – F. Ceretti , M. Padula, Umanità mediale, Edizioni ETS, 2016, p. 35.
Dottore in Psicologia, Facilitatore in Mindfulness (ric. IPHM), Master DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare), Master in Sessuologia Clinica, Master in Linguaggi della Psiche, Conoscitore in psicosomatica, Poeta, Studioso di filosofia e psicologia del profondo